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Articolo SGR Violenza

 

Il Centro AntiViolenza si propone di sostenere le donne vittime di maltrattamenti, renderle consapevoli della propria condizione e iniziarle alla conquista della propria libertà e autonomia. Attraverso un supporto medico, sociale, psicologico, psicoterapeutico e un’adeguata assistenza legale nella denuncia del partner, si cerca di farle uscire da situazioni problematiche e di avviarle verso un futuro lavorativo. Altro obiettivo perseguito è l’ organizzazione di un servizio di aiuto anche per l’uomo abusante, che voglia intraprendere un percorso di recupero. E’ risaputo che la violenza domestica si manifesta in particolare sulle donne e sui bambini ed è un problema di lunga data, così come il modo di affrontarlo che si rispecchia nel detto “i panni sporchi si lavano in famiglia”. La violenza ha molte facce e si può manifestare con atti di aggressione fisica o psicologica, può essere costrizione ad atti sessuali attraverso minacce e ricatti, oppure controllo del denaro, in ogni caso si tratta di un’espressione del potere diseguale tra donne e uomini, essa è proprio la punizione quotidiana per ogni donna che non accetta di ricoprire il ruolo che l’uomo ha deciso per lei e il femminicidio rappresenta solo l’ultimo atto di un continuum di violenze, concetto, questo, molto importante affinché esso non sia considerato un atto isolato.
Il femminicidio, la violenza sulle donne, sono fenomeni profondamente radicati nella società e nel contesto italiano e non possono essere affrontati come una questione di ordine pubblico e sicurezza.
Ogni mese centinaia di vittime si rivolgono ai centri anti-violenza e per la prima volta le denunce aumentano. I consigli del Centro anti-violenza di San Giovanni Rotondo sono vari: bisogna chiamare le forze dell’ordine, i servizi sociali e socio-sanitari; andare al pronto soccorso e richiedere una certificazione medica; rivolgersi al CAV più vicino; chiedere ospitalità ad amici e parenti; NON cancellare i messaggi e NON isolarsi, perché, “l’unione fra le donne fa la forza!” Inoltre, per combattere gli abusi è necessario intervenire anche sugli uomini, per prevenire soprattutto il desiderio di vendetta che porta ai gesti più gravi, dopo una separazione o l’uscita dal carcere. Le strutture esistono e sono attive tuttora; in Inghilterra e negli USA, si stanno avendo dei risultati importanti: otto uomini su dieci smettono di avere comportamenti violenti se seguono la terapia dall’inizio alla fine.
In Italia, i Centri Antiviolenza, che rappresentano la risposta più coordinata e organizzata alla violenza contro le donne, non vengono adeguatamente finanziati. Lavorano tutti con grosse difficoltà, non ci sono risorse, eppure è necessario costruire una nuova cultura di genere che deve essere diffusa a tutti i livelli della nostra società. La scuola è un ambito privilegiato ove costruire relazioni di genere paritarie, per questo il CAV si propone per effettuare interventi diretti con personale qualificato negli Istituti scolastici, perché fin da piccoli si possano apprendere modelli alternativi fondati su autonomia e reciproco rispetto tra donne e uomini.

Martina Pennelli e Giuseppe Mangiacotti 3^A LES, I.M.S “M.Immacolata”

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