IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Una delle attività più utili e formative fra i giovani è sicuramente legata alla conoscenza del territorio in cui essi vivono. Conoscere il proprio territorio significa riconoscere le sue peculiarità tra cui quelle climatiche, quelle legate alla sua flora e alla sua fauna. Un processo conoscitivo lungo e complesso al quale la nostra scuola Ettore Carafa ha dato un contributo attraverso un’attività che ha coinvolto tutte le prime classi dell’Istituto. È stato realizzato un vero e proprio “angolo botanico” dando vita ad una “Murgia in miniatura” in cui sono state piantate varie specie vegetali.
Ma cosa sono le Murge e dove si collocano territorialmente?
Le Murge costituiscono una subregione all’interno della Puglia, una vera e propria “isola di natura carsica”.
Il Parco nazionale dell’Alta Murgia interessa la parte centrale della Puglia a nord-ovest della città di Bari, comprendendo le province di Bari e Barletta-Andria-Trani.
L’Altopiano delle Murge può essere suddiviso in base alle altimetrie:

  • Una zona medio-alta che si estende lungo il lato nord del Parco comprendendo la zona boschiva che guarda verso il mar Adriatico,
  • Un’area centrale costituita dal vero e proprio Altopiano delle Murge con vegetazione tipica di steppa ad impronta balcanica;
  • Un’area sommitale definita “costone murgiano” che si affaccia sulla cosiddetta “fossa bradanica”

Il paesaggio del Parco è un variegato di tipologie ambientali: si va dai residui di boschi di roverella, alle aree rimboschite con piante sempreverdi, dalle aree coltivate a graminacee, ad estesi mandorleti e pascoli.
Sono presenti foreste di querce il cui sviluppo è ormai influenzato dalle attività umane: disboscamento, pascolo, agricoltura e il frequente sviluppo di incendi.
Le stesse hanno portato,inoltre, ad un aumento della biodiversità del territorio, tra cui citiamo i rimboschimenti, chiamati così perché sono stati reimpiantati dall’uomo. Questi sono costituiti prevalentemente da Conifere (alberi con aghi e senza fiori), Pino d’Aleppo e  Cipresso argentato, insomma un mosaico di ambienti.
L’habitat più esteso è quello della prateria semi-naturale, originata da interventi antropici. Il Perasso selvatico è l’arbusto più diffuso. Al contrario, una delle specie più rare è il Lino delle fate (stipa austroitalica).

La caratteristicimmagine interna murgiaa principale di questo territorio è l’aridità, infatti, con l’evoluzione, le specie vegetali sono cresciute adattandosi alle condizioni territoriali, sviluppando foglie carnose (ombelico di Venere), riserve d’acqua al loro interno, stomi (peli) che trattengono l’acqua impedendole di fuoriuscire dalla pianta.

Anche il pascolo ha influenzato l’adattamento di queste specie vegetali. Questo adattamento è più evidente nelle specie con foglie a rosetta, che crescono pari al terreno, impedendo agli erbivori di poterle mangiare essendo difficili da estrarre dal terreno.

Come già accennato, gli incendi, spesso appiccati proprio dall’uomo, hanno contribuito al cambiamento territoriale.
Possiamo distinguere le Pirofite (zone incendiate) in:

PIROFITE PASSIVE: quelle che hanno evoluto adattamenti al passaggio del fuoco, come il Bulbo e la Quercia da sughero;

PIROFITE ATTIVE: quelle che hanno bisogno dell’intervento del fuoco, il quale, distruggendo la pianta, distrugge anche l’involucro contenente i semi, che, cadendo, seminano il territorio.

Per far sì che la vegetazione sia in continua crescita è fondamentale l’IMPOLLINAZIONE, una strategia riproduttiva che prevede la diffusione del polline attraverso alcuni fattori, quali:

  • IL VENTO: ha la funzione di smuovere i rami e di sparge nell’aria il polline, il quale, posandosi sul fiore femminile viene fecondato;
  • GLI INSETTI: hanno il compito di spargere il polline sui fiori per permettere a questi ultimi di essere fecondati.
  • ANIMALI: a questo proposito possiamo identificare la differenza tra “falena” e “farfalla”. Le falene sono animali notturni e sono attratte dagli odori; le farfalle sono animali diurni e sono attratte dai colori.

 

L’orchidea murgiana è uno degli esempi lampanti ricollegabili all’impollinazione attraverso l’intervento degli animali. Questo fiore ha un particolare tipo di petalo, il LABELLO, il quale, evolvendosi, ha assunto le colorazioni tipiche di un’ape, per essere identico alla femmina di questa specie animale, così da poter attirare l’esemplare maschio, il quale feconda i semi del fiore.
Queste conoscenze puramente teoriche, sono state accompagnateda una dimostrazione pratica, resa possibile dalla collaborazione di un esperto, il quale ha guidato noi alunni all’esecuzione dell’attività pratica eseguita nel plesso scolastico. Qui infatti, come succitato, è stato realizzato un vero e proprio “angolo botanico” dando vita, così, ad una “Murgia in miniatura” in cui sono state piantate varie specie vegetali contrassegnate da appositi cartelli, che riportavano il nome scientifico e il nome comune di ciascuna specie, utili a distinguerle fra loro.
Ѐ stato inoltre, rastrellato il terreno sia per renderlo uniforme sia per evitare che sassolini o qualunque altro tipo di materiale potesse intralciare il percorso costruito durante quest’attività, segnato da pietre di diversa dimensione che indicassero la direzione da seguire all’interno dell’aiuola.
Come ultimo step abbiamo innaffiato le piante per contribuire alla loro crescita.
Grazie all’esperto, ai docenti ma soprattutto al dirigente scolastico, il quale ha accolto l’iniziativa e ha reso possibile la realizzazione di tale progetto, noi alunni abbiamo avuto la possibilità di metterci in gioco e di imparare nuove cose.
Valentina Suriano 1E Ites-Les "Ettore Carafa" Andria

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