IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Subito dopo il suo ingresso nell'aula magna, Gherardo Colombo viene accolto da un caldo applauso seguito da un breve discorso di gratitudine tenuto dalla dirigente dell'istituto, prof. ssa Maria Oliva. IMG 20170117 WA0033
Colombo ricorda di esser già stato invitato nel medesimo istituto 4 anni fa, pertanto chiede quanti alunni siano rimasti in classe rispetto a 4 anni fa. Il tutto lascia momentaneamente i presenti perplessi, non trovando corrispondenza fra il discorso sulla legalità che Colombo avrebbe dovuto tenere e le rimembranze del passato. Ma con grande arguzia, e particolare intelligenza, l'ex magistrato utilizza quel breve dialogo come base di lancio per il suo intero discorso. Si è posto, infatti, la domanda "Come mai quella classe ha perso così tanti studenti?". In base alla sua esperienza, dopo aver visitato circa 2mila scuole, sostiene che il problema è da ricercarsi dentro la scuola stessa. Se questa infatti funzionasse, il numero di persone che abbandonerebbero la scuola sarebbe molto vicino, se non pari, a zero. Ma ciò non avviene perchè, a suo dire, la scuola è più vicina al nozionismo che alla crescita della persona: il professore che chiude un occhio al ragazzo che imbroglia durante il compito in classe, contribuisce alla creazione di quel gruppo di persone che imbroglierà per tutta la vita. "L'ho imparato a scuola, è più facile, perchè non dovrei farlo durante il mio percorso di vita?". Spesso, per una maggiore comprensione, le spiegazioni dei suoi punti di vista sono stati coronati da esempi, metafore e domande retoriche: "Che differenza c'è fra il fratello maggiore che dice al fratello più piccolo 'dammi il telecomando o ti do una sberla' e il mafioso che dice 'dammi il pizzo o ti brucio il negozio'?". Se si vuole il cambiamento, bisogna dapprima "essere" il cambiamento. Sulla falsa riga di questo pensiero, alla domanda posta dagli alunni "Quando si potrebbe secondo lei trasgredire una regola?", Colombo risponde esordendo che una regola non può non essere rispettata se viola i diritti fondamentali dell'uomo, se non può essere cambiata tempestivamente; una volta che la si trasgredisce bisogna assumersi le responsabilità del reato, senza l'uso della violenza: se Fabrizio non avesse voluto fare il militare, nonostante l'obbligo di legge, (poichè non aveva alcun interesse ad imparare ad uccidere un altro essere umano) avrebbe dapprima comunicato la sua riluttanza; di conseguenza avrebbe affrontato il carcere ed una volta uscito, avrebbe dovuto continuare a persistere nel suo scopo. Quando il numero delle persone che seguiranno il suo esempio aumenterà, allora la legge verrà abrogata. Col fine di soddisfare la curiosità di più alunni possibile nel minor tempo, tutte le domande, così come le recensioni, sono state preparate dagli studenti in anticipo. "Se potesse tornare indietro, farebbe tutto ciò che ha fatto?". "Questa è una domanda a cui non posso rispondere totalmente, io adesso la penso in un certo modo grazie alle esperienze che ho vissuto. Sicuramente mi sarei dedicato da subito all'istruzione se avessi conosciuto la sua importanza". Colombo toglie infatti a tutti una puntigliosa curiosità: perchè ha lasciato la magistratura? Spiega che la giustizia in Italia non funziona e che per anni si è riconosciuto nella figura dell'idraulico: così come quando vi è un problema al rubinetto l'idraulico smonta i vari pezzi, cerca di capire il problema, finchè non scopre che l'acqua non sgorga perchè l'aerodotto centrale è arrugginito; allo stesso modo egli è andato alla ricerca del principale generatore di ogni ingiustizia, presente e futura. Questo aerodotto centrale è proprio la scuola. Ha deciso pertanto di dedicare tutte le sue energie a togliere la ruggine da questo aerodotto. In fondo è oggettivamente constatabile che la prossima generazione di politici, professori, avvocati, giudici, imprenditori passerà dalla scuola. Istituzione che dapprima dovrebbe educare la persona ad un positivo vivere in comunità, poi insegnare. Insegnamento tra l'altro che dovrebbe essere molto più attivo e coinvolgente. Ma affinchè tutto ciò accada v'è bisogno di alcuni requisiti di partenza: il numero di alunni non dovrebbe superare le venti unità, la mole di nozioni da imparare non dovrebbe essere troppo ingente così da lasciar spazio ad attività pomeridiane o anche semplicemente allo studio di un certo argomento o l'approfondimento di una determinata passione. La scoperta e la crescita dell'io, assieme ad una forte dose di confronto con l'altro darebbe davvero vita a un tipo di "società orizzontale" (Sulle Regole, Gherardo Colombo). Un modello di società in cui tutti sono uguali e la persona è tutelata.

Matteo Vinci 4B/Es Liceo "Ettore Palumbo" Brindisi

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