IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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"Preferite uno stato democratico o uno Stato regolato da norme antidemocratiche che ricorda il vassallaggio di tipo medioevale? Dovete scegliere da che parte stare".

Così è iniziato l’incontro tenutosi il 12 aprile scorso presso il Liceo “F. De Sanctis” di Trani, che ha aperto, per l’occasione, le porte dell’Aula Magna ad una lezione sulla “legalità” con ospiti d’eccezione: il dott. Pasquale Drago, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Capo della Direzione Distrettuale Antimafia , che si occupa delle indagini per reati di criminalità organizzata e di terrorismo nei territori delle Province di Bari, B.A.T. e Foggia e la dott.ssa Giulia Pavese, Presidente di Sezione Penale e di Corte d’Assise, Magistrato che presiede il Collegio delle misure di prevenzione. Accanto ai Magistrati si è schierata l’Associazione “Libera” nelle persone del mar. Michele Gallo, referente del Presidio di Trani, l’avv. Michele Caldarola, referente del Presidio di Andria e don Geremia Acri di Andria, fondatore dell’Associazione “Migrantes”, impegnato nella gestione di beni confiscati.
L'obiettivo primario di questa conferenza altamente educativa è stato quello di sensibilizzare maggiormente gli studenti in merito a tale argomento e condurli ad una riflessione più profonda in relazione alla legalità, concentrandosi sul tema del “riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”.
I tratti storici della criminalità locale sono partiti dall’analisi della differenza tra la criminalità comune, spicciola e quella organizzata, simile al contrasto tra l’artigiano e l’impresa. La criminalità organizzata accumula utili e quegli utili si trasformano in capitali, che vengono riversati anche sui mercati dell’economia lecita e, quindi, finiscono per inquinarla. Il contrasto tra legalità e criminalità, spiega il dott. Drago, è basato su una percezione distorta del codice legislativo. Infatti, gli artefici della delinquenza pretendono di sostituire le proprie leggi a quelle dello Stato italiano, inquinando, quindi, i vari settori sociali: dall'economia, alla cultura, all'istruzione. Partendo da un excursus storico, riguardante la lotta contro la criminalità del Nord barese, il magistrato ha chiarito la nascita della delinquenza pugliese, le motivazioni per le quali essa è nata e le modalità possibili di debellamento.La storia della criminalità nel nostro territorio, partita da un’impostazione di tipo “gangsteristico”, si è andata strutturando in maniera mirabile tanto da non essere bloccata dalla repressione carceraria. L’elemento fondante di tali organizzazioni erano i capitali, che dovevano essere smantellati da leggi di aggressione alla solidità economica, mirate e dirette. Il capitale, infatti, è la forza solida dell’organizzazione criminale ed è solo attraverso strategie mirate a destabilizzare i patrimoni illeciti, incutendo terrore nei delinquenti con misure aggressive efficaci, tese alla confisca dei patrimoni personali, che si può sconfiggere la mafia.
Il convegno è nato come parte integrante del Concorso, indetto dal Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” di Trani, avente come tematica: “Dalla criminalità alla legalità: il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”.
Roberta Pizzichillo e Laura Gadaleta, IV D/SU e V C/SU
Liceo Classico, Linguistico e delle Scienze Umane “F. De Sanctis” - Trani

 

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