IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Parlare della storia molto spesso appare come qualcosa di molto semplice: si studia, si tramanda, ma pochi sono coloro che la comprendono veramente, la capiscono e ne fanno tesoro. Perché parlare di storia dunque?

Con la legge 30 marzo 2004 n.92, è stato istituito il 10 febbraio come Giorno del ricordo. Promotore di tale legge è stato il friuliano Roberto Menia, ex deputato  della Repubblica Italiana, che ha voluto dedicare tale giorno per commemorare il dramma italiano e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei dalmati e dei fiumani dalle loro terre amate e vissute nel secondo dopoguerra.

In Italia, il fascismo ha significato, per tutte le minoranze nazionali presenti nel Paese, l'inizio di una violenta campagna di discriminazione, di negazione di diritti fondamentali e di italianizzazione forzata. Questa campagna portò ad un accanimento proprio verso la minoranza slava, nei confronti della quale, il regime mostrò un’ostilità dettata da un profondo disprezzo razzista. Il programma di snazionalizzazione, imposto dal fascismo, portò alla soppressione totale delle istituzioni nazionali slovene e croate, al divieto dell'uso del serbo-croato e all'imposizione dell'italiano come unica lingua nelle scuole e negli uffici pubblici. Venne attuata l'italianizzazione delle principali città con il trasferimento in esse di popolazione italiana.

L’Istria, la città di Fiume e la città di Zara furono smembrate e parte dei loro territori furono annessi agli stati invasori. Nonostante ciò, i partigiani slavi non sembrarono essersi dati per vinti ed, in seguito alla firma dell'armistizio dell’8 settembre 1943, in Istria e in Dalmazia, essi iniziarono a vendicarsi contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturarono, massacrarono, e poi gettarono nelle cosiddette foibe circa un migliaio di italiani.

Le foibe dunque,  depressioni carsiche a forma di grande conca chiusa, derivate dalla fusione di più doline, furono usate dalle truppe del Maresciallo Tito per un drammatico eccidio contro gli italiani, nostri compatrioti. A cadere dentro le foibe vi erano fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Era una carneficina che testimoniava lo spregiudicato odio politico-ideologico e la pulizia etnica, voluta da Tito, per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione ebbe il suo seguito fino al 1947, quando venne fissato il confine fra Italia e Jugoslavia. Mentre trecentocinquantamila istriani e dalmati si trasformavano in esuli, scappando dalla furia del terrore, fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell'URSS, in cui si stava realizzando il sogno del socialismo reale, in Italia, durante la seconda guerra mondiale, la sinistra deteneva un ruolo di primo piano, promuovendo e organizzando, con l'apporto determinante dei suoi militanti, la Resistenza contro la potenza occupante tedesca e il fascismo repubblicano. L’interrogativo è questo: ci si chiede per quale motivo, per quasi cinquant'anni, il silenzio storiografico abbia avvolto e avvolge ancora la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe. Lo scenario sembra esser aperto, il tutto è ancora da svelare e ci si chiede pertanto il perché di tutto questo… Gli interrogativi sono molteplici, non si conosce la causa per la quale se ne parli ben poco. Si tende a  tralasciare questa parte della storia che ha l’obbligo di esser ricordata, perchè fa parte della storia della nostra nazione e delle persone che un tempo l’hanno costituita.

Sembra che la storia a volte sia indirizzata, sia concepita a fini demagogici e persuadenti, ovviamente sta a noi cercare la verità e comprenderla  per un consapevole utilizzo. La storia è un tesoro, è un forziere che racchiude tutti gli accadimenti e tutti gli aneddoti che l’umanità ha vissuto e continua a vivere. La storia è studiata perché possa insegnare valori ed esplicare problematiche particolari. Il nostro impegno sta proprio nel cercare di apprendere dal passato la parte migliore e di capire il senso di tutto ciò che è accaduto e che accade.
Ricordare questo eccidio e cercare una chiave di lettura a tutto ciò sembra essere, quindi, il principale obiettivo.

Lorenzo Casafina 4 C Ites Les "Ettore Carafa" Andria

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