IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Sono stata gettata per terra, dopo essere stata riciclata più volte per l’acqua. Ho un tappo girevole rosso che mi contraddistingue dalle altre e sono deforme. Per la maggior parte delle volte hanno ruotato quel tappo comprimendomi, ed è per questo che presento delle parti fortemente incavate. Sono quasi piegata ma galleggio ancora. Sono in questa situazione da due anni e credo di essere sopravvissuta abbastanza a lungo. Non sono stata danneggiata da agenti esterni, e non mi trovo poi così male qui. Non credo però che il mio posto sia questo. Non credo che il nostro posto sia questo. Parlo al plurale perché non sono sola. In questi due anni ho viaggiato molto e ora che sono bloccata in questo porto posso raccontare quello che ho vissuto.
Credo di essere stata sospinta dal vento dopo essere caduta, dopo che mi hanno lasciato cadere. Rotolavo senza fermarmi, sempre più veloce e dopo qualche giorno mi sono bloccata. Penso che sia stata sempre lei, l’acqua, la mia migliore e la mia peggiore amica, a sospingermi. È scesa dal cielo e le strade si sono riempite. Galleggiavo. Sono finita in un posto buio, in posto dove l’acqua scorreva incessantemente: la fogna. Il tappo rosso mi ha aiutata. Ho visto altre, uguali a me, riempirsi d’acqua e sprofondare nel sottofondo marino. Ma io continuavo a lasciarmi trasportare finché sono arrivata qui, in questo infinito e dolce mare. Sono state le correnti a farmi impazzire, a farmi allontanare sempre di più da dove dovevo essere. Sono arrivata fin nell’oceano Pacifico dove sono rimasta bloccata per tre mesi. È stato lì che ho capito di essere un deterioramento legato all’acqua. È stato lì che ho avuto la conferma che questo non è il mio posto e non deve esserlo più per nessuno simile a me. È stato lì che ho trovato la verità su quello che sono e su quello che mi accadrà. Dico lì perché non è qualcosa che posso ben descrivervi. Non è niente di astratto, ma materiale. Lo chiamate Pacific Trash Vortex o Isola di plastica. Un vortice che ruota in senso orario nell’oceano Pacifico dove si accumulano tutti gli scarichi delle attività industriali, agricole e delle consueti attività umane che arrivano nei mari: tutta la spazzatura. Le decine di milioni di tonnellate di rifiuti che galleggiano tra le coste del Giappone e quelle degli Stati Uniti, aumentano sempre di più e hanno raggiunto livelli definiti davvero allarmanti e, stando agli oceanografici ha raggiunto un’estensione quasi doppia rispetto a quella degli Stati Uniti. Io sono stata una di quelle che ha contribuito alla sua crescita, ma non per mia volontà, ma per vostra ignoranza.
La popolazione è a rischio. Nel 2050 ci sarà uno stress idrico del 60%. È necessario un radicale cambiamento culturale a livello individuale. Sì, sono una bottiglietta d’acqua. Una di quelle che usate a scuola, in ufficio, a lavoro. Una di quelle con il tappo girevole. Una di quelle gettate per terra con tanta incoscienza. Una di quelle che non riciclate. Una di quelle che potete vedere benissimo nel porto della vostra città. Una di quelle che potete vedere benissimo per le strade della vostra città. Una di quelle che rovinano la vostra città. Una di quelle che avete voluto che rovinassero la vostra città. Venitemi a trovare. Dovete solo guardare ai bordi delle strade. Dovete solo abbassare un po’ lo sguardo. Io sono qui nel vostro porto. Ho perso il mio tappo. Pian piano e dolorosamente mi sto riempendo d’acqua a causa del lievissimo moto ondoso scaturito dalle barche che si muovono. Penso che sia stata sempre lei, l’acqua, la mia migliore e la mia peggiore amica. Galleggio. Ancora per poco. Sto sprofondando lentamente e in questo piccolo porto ho toccato il fondo velocemente. Poveri loro. Che mi mangiano a morsi, innocenti di quello che fanno. Poveri voi. Che mangiate loro, incoscienti di quello che hanno mangiato. Loro che sembrano sirene finché nuotano sott’acqua, non gridano, non ci fanno impressione, appartengono ad un mondo diverso dal nostro. Eppure quando mi assaggiavano, questi si dibattevano. Dovreste imparare a parlare dei pesci come entità viventi. Se potesse sentire il loro grido di dolore, sono convinta che smettereste di ucciderli. Vedo il fondo che diventa così azzurro, che discende così in basso.
“Ringrazio Dio se gli uomini non sanno ancora volare e sporcare i cieli come fanno con la terra!” diceva Thoreau. Ma l’uomo ha trovato il modo di fare anche quello, quando nel 1903 i fratelli Wight inventarono il primo aliante. Chi può negare che l’ambiente sia distrutto? Si parla di inquinamento quando le caratteristiche della terra risultano modificate. Naturalmente, oltre agli effetti nocivi sulla salute della popolazione, si devono imputare all'inquinamento danni notevoli alla vegetazione, agli animali e alle cose. L'inquinamento delle acque naturali da parte delle sostanze di rifiuto - industriali e domestiche - ha assunto in questi ultimi decenni proporzioni rilevanti. L'acqua è una delle risorse più importanti al mondo e ognuno di voi può fare la propria parte per impedire che venga inquinata. Impegnatevi ad applicare semplici modifiche nelle abitudini quotidiane. Impegnatevi a non gettarci per terra. Impegnatevi a smaltire i rifiuti in modo corretto. Impegnatevi a non gettare la spazzatura negli scarichi di casa. Impegnatevi a conservare quanta più acqua possibile. Impegnatevi ad agire in modo ecologico anche a scuola o a lavoro. Impegnatevi a schierarvi contro l’inquinamento idrico che avviene nella vostra zona. Impegnatevi a cambiare e sarete i primi a negare.

Luca Rana III A linguistico Liceo “F. De Sanctis”, Trani

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