IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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La cultura è come il sole per la terra. Il sole è come la cultura. Senza sole non vivremmo. Senza cultura non vivremmo. Ci sono molte fonti per sfruttare il sole, come i pannelli, che assorbono e utilizzano i raggi solari per produrre energia.

Ci sono molte fonti per sfruttare la cultura: il teatro, il cinema, la televisione, la lettura; Attraverso tali fonti essa si diffonde. Per la terra il sole non è come la cultura, o almeno non lo è per tutti. Si sta perdendo quello che è la bellezza del sapere, per motivazioni diverse: i fondi che vengono tagliati, ma soprattutto noi che tagliamo questo bene dell’umanità, perché la cultura è l’unica che, se divisa fra tutti equamente e non ugualmente, anziché diminuire diventa più grande. Equità e uguaglianza sono estremamente differenti. Ci sono tre ragazzi, diversi fra loro. Curiosi come tutti quelli della loro età. Uno è robusto e molto alto, un altro è mingherlino e con le gambe lunghe, il terzo è poco più alto di un cespuglio ed è abbastanza rotondo.  Vogliono assistere alla festa di compleanno della ragazza del giardino accanto. La recinzione è troppo alta. Abbiamo solo tre sgabelli. Se dovessimo distribuire per uguaglianza, con equilibrio è parità, il più alto vedrebbe perfettamente quello che accade, il ragazzo nella media assisterebbe alla scena, ma sulle punte dei piedi e il piccoletto esaminerebbe solo il legno della staccionata verniciato di grigio scuro. Se dovessimo distribuire i tre sgabelli per equità, con giustizia, il più alto assisterebbe ugualmente alla scena, e gli altri due con il supporto degli sgabelli vedrebbero quello che affascina il più alto. Equità, perché tutti devono avere la possibilità. La cultura non deve essere chiusa a un determinato gruppo, ma deve essere aperta a tutti, come quella briciola che Dante voleva dare al popolo. “Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già nel raccogliere certezze” diceva l’eterno Giullare. La conoscenza letterale, scientifica, artistica, delle istituzioni sociali e proprie di un intero popolo, o di una sua componente sociale, devono possederla tutti. Come quella che possedeva un drammaturgo, un attore, un regista, uno scrittore, un autore, un illustratore, un pittore, uno scenografo e attivista italiano come Dario Fo. “Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare, di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.”
Luca Rana, III AL, Liceo Classico, Linguistico, Scienze Umane “F. De Sanctis” - Trani

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