IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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"Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che e' stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita"

Alda Merini e` stata un' aforista, poetessa e scrittrice italiana nata a Milano il 21 marzo del 1931. La sua vita viene raccontata da lei stessa in un'opera autobiografica in prosa: L'altra verita', diario di una diversa. Qui la Merini si racconta nel modo piu' trasparente possibile attraverso la delicata poesia che conferisce al "diario" un forte impatto emotivo. La poetessa racconta la sua esperienza in alcuni ospedali psichiatrici, dal primo internamento all'ospedale Paolo Pini, voluto dal marito, ai successivi internamenti volontari.
<< Mi sono trovata al cospetto di una parte di me che non conoscevo. Non sapevo neanche che esistessero i manicomi: e` stata una rivelazione orribile>> afferma la donna in un'intervista. Nonostante il lungo periodo di 10 anni all'interno delle mura, tra giorni identici, vuoti silenzi, elettroshock e la straziante solitudine, Alda Merini affronta la vita con la forza di cambiare, di uscire da quell'esperienza sana, integra ma comunque se stessa, come racconta al suo psichiatra in una delle lettere contenute nel “diario”. La poetessa riesce a mantenere la sensibilita` che la caratterizza aggrappandosi alla tenerezza che indirizza ai gesti piu' semplici.
<< Sentivo che il legame che a volte la follia crea e` piu` forte di quello che ci procura la normalita´>> avvalendosi del sentimento piu' grande di tutti: l'amore. Sentimento che dimostra di provare soprattutto nei confronti della vita, il suo piu' grande amore, evidenziato in uno dei momenti piu' toccanti e famosi del “diario”: il giorno in cui i cancelli del manicomio vengono aperti, i malati possono uscire in giardino e Alda puo' avvicinarsi a quelle rose che fino ad allora aveva ammirato solo dalla finestra.
<< Divine e lussureggianti rose! Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla sui fiori perche` io stessa ero diventata un fiore, avevo un gambo e una linfa>>.
La donna scomparve l'uno novembre del 2009 lasciando dietro di se` la testimonianza piu' bella e importante che potesse darci: lottare per se stessi, amare e proteggere la propria identita´ non e` mai un'errore. Qualunque sia il prezzo.
E mi piace terminare con un suo aforisma:
<<Il poeta non dorme mai ma in compenso muore spesso>>.
Berdicchia Arianna 4B/ ES Liceo "Ettore Palumbo" Brindisi

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