IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Nonostante la storia dell’uomo sia millenaria, l’umanità non sembra aver attraversato nessun periodo prolungato e senza guerre. La guerra, con i suoi errori e le sue crudeltà, sembra appartenere al patrimonio genetico della specie umana. Pensiamo alla campagna di Russia e alla ritirata di Russia: i soldati sono costretti a patire fame e freddo, dopo la battaglia decisiva di Stalingrado, durante la quale la città è sotto assedio. I russi con il passare dei mesi sono riusciti a mettere sempre più in difficoltà i tedeschi, tanto che segnare un’enorme sconfitta della Germania nazista. I soldati sono ancorati alle sensazioni provocate dalla guerra come angoscia, paura, mancanza di casa e, soprattutto, hanno perso la cognizione del tempo e dei luoghi. La prima la seconda guerra mondiale hanno provocato gravi danni sia l’uomo che l’ambiente. Queste due guerre seppur
simili, sono totalmente diverse, e questa questione si può interpretare nella differenza esistente tra la guerra di trincea e quella di movimento, con una differenza sostanziale, cioè il differente ruolo dell’areonautica militare che è un ruolo primario in una guerra dove la mobilità è fondamentale, di conseguenza insostituibile diventa il bombardamento strategico degli obiettivi più importanti da raggiungere e colpire. È importante ricordare come lo sganciamento delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki abbiano provocato non solo un numero elevato di morti, ma ai sopravvissuti anche lesioni fisiche, cecità temporanea o permanente, causata dalla luce liberata con l’esplosione. È stato un aumento della probabilità di sviluppare tumori, anche a distanza di anni. quest’arma utilizzata era immaginabile in precedenza: nella seconda guerra mondiale le tattiche si sono evolute ecco perché questa guerra non è stata di trincea. Le guerre fanno ammalare mente e corpo, perché la maggior parte dei soldati, nonostante le guerre fossero terminate, avvertivano tremori, palpitazioni, incubi, insonnia, a volte smettevano di parlare e non sempre questi “sintomi” svanivano. Questi scenari sono disastrosi e implicano terrore; al giorno d’oggi, i giovani percepiscono questi eventi surreali e spesso sottovalutano la probabilità che la guerra possa cadere nel
XXI secolo, ma purtroppo ciò non corrisponde con la realtà: basta pensare alla guerra in Ucraina, che purtroppo non è un lontano ricordo, ma una triste certezza presente. Questo scontro continua a persistere da un anno e non si sa ancora per quanto tempo durerà, provocando conseguenze umanitarie sempre più drammatiche. 
Agnese Sterlaccio 5Bu Liceo Bianchi Dottula, Bari

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