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Nel 1944 si unisce alla seconda divisione di assalto “Garibaldi”, sulle Alpi Marittime, ed è proprio grazie alla sua esperienza partigiana che la sua scrittura si arricchì di storia, infatti proprio qualche tempo dopo scrisse il romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” ispirato alla sua esperienza partigiana.
Il protagonista di questo romanzo è Pin, un bambino orfano di madre, con il papà che lavora lontano e una sorella prostituta. Pin è un bambino sveglio, lo si può intendere dalle risposte piene di sicurezza che riserva agli uomini adulti nel bel mezzo del romanzo. Forse una sicurezza dovuta in gran parte alla situazione storia del periodo: l’ambientazione del romanzo è quello di un piccolo paese della Ligure, durante gli anni della Resistenza e dell’occupazione nazista. In periodi di scompiglio civile, un orfano in giovane età deve essere in grado di potersi fidare di se stesso, anche se esso è un bambino in cerca della giusta via.

Il nome del romanzo è dovuto a un posto magico per il protagonista del romanzo, che dopo una giusta dose di peripezie, sarà il nascondiglio perfetto per un’arma. Il mondo degli adulti sembra essere molto lontano, spesso sarà criticato da Pin stesso, ma in realtà resterà sempre l’unica ancora di salvezza del giovane. Un sentimento forse dovuto alla scarsa vicinanza a una fonte di sicurezza, perché alla fine ogni lettore ne sarà consapevole: “il sentiero dei nidi di ragno” non è altro che una storia di uomini, che sbagliano, che crescono, alla ricerca d’amore e Pin sta diventando uomo, forse troppo presto, eppure in un modo diverso, non fa altro che desiderare la stessa dose d’amore che quegli uomini in guerra cercano disperatamente.

Calvino con la sua scrittura, a primo impatto semplice, ma in realtà impregnata di significato racconta di guerra, della sua stessa esperienza da partigiano, sotto una chiave commovente: quella di un bambino che non ha mai visto la pace. Il messaggio che traspare da questo romanzo, il primo che questo grande autore abbia mai scritto è evidente, così come lo scrittore stesso, il protagonista del libro crescerà, troverà colui che gli sembrerà che possa proteggerlo dal mondo e continuerà il suo percorso, sta volta però non con gli occhi di un giovane che ambisce al mondo dei grandi, ma bensì con gli occhi di un adulto.
Forse è questa la fine del sentiero con le tane dei ragni, forse alla fine quel luogo isolato era solo la rappresentazione di un’infanzia mai avuta, a cui nessuno poteva accedere e che nessuno conosceva, il nascondiglio perfetto per un oggetto che appartiene solo agli uomini che vanno nelle stanze delle donne, le cui lenzuola profumano di esse. Forse Pin ora mostrerà il sentiero al suo nuovo amico.

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