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Almeno cinque morti e una quindicina di feriti è il bilancio dell’attentato che verso le tre del pomeriggio di quel dannato giorno ha sconvolto il centro di Stoccolma. Un camion è piombato sulla folla di persone lungo la via pedonale Dottninggatan, una delle più importanti strade della capitale, terminando il suo tragitto contro le vetrine di un negozio.
L’uomo alla guida del furgone, che indossava un passamontagna, è scappato. Subito dopo c'è stata una sparatoria vicino al centro commerciale Ahlens City in Fridhemsplan, una delle più grandi catene commerciali della città. La polizia ha chiuso al traffico il centro cittadino, perché anche in altri punti del quartiere sono rimbombati colpi di arma da fuoco. Sigillati cinema e teatri, parecchia gente è rimasta per ore chiusa nei negozi; solo a metà pomeriggio, centinaia di persone hanno potuto far rientro nelle proprie case.
Sempre su richiesta della polizia, è stata evacuata la stazione centrale di Stoccolma e sono stati fermati tutti i treni in partenza e in arrivo. Per cautela e prudenza, le sedi del Parlamento, del governo e il palazzo reale sono stati accerchiati dalle forze dell'ordine. Il primo ministro svedese Stefan Lofven ha detto:” La Svezia è stata attaccata e tutto fa pensare ad un attentato terroristico. La polizia svedese conferma l’arresto di una persona che potrebbe avere legami con la strage. Sarebbe l'individuo con il cappuccio verde di cui erano state diffuse le immagini: un uomo dal carattere somatico non indigeno, già precedentemente segnalato da un cittadino di Marsta, un subborgo alle porte di Stoccolma, per “comportamenti diffidenti”. L’uomo sarebbe un 39enne con “evidenti interessi per l’Isis ”. La persona bloccata non è l’autista del camion piombato sulla folla; lo precisa la polizia dopo che alcuni media locali avevano riferito che il fermato aveva confessato di essere il terrorista alla guida del mezzo.
Dalle indagini è emerso che il camion della società Spendrups era stato rubato al conducente durante il giro di consegne nei ristoranti della città. "È uno dei nostri veicoli impegati per la distribuzione. Mentre il furgone era fermo presso il Caliente -ha riferito ai media locali un portavoce della societá - qualcuno è saltato nella cabina di guida, impadronendosi del veicolo".
Anche la Svezia, come già la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, il Belgio, la Spagna è entrata nel novero dei paesi europei bersaglio di attacchi terroristici. La paura si è oramai impossessata degli abitanti dei paesi coinvolti, modificandone, almeno in parte, le abitudini. Gli altri Stati, compresa l'Italia, scampati per il momento alla follia omicida di marca religiosa, non sono tuttavia immuni dalle conseguenze degli effetti di una convivenza prolungata con il timore. Si profila, infatti, un doppio rischio. Che, da un lato, si accenda sempre più l'odio verso lo straniero in quanto tale, individuato come capro espiatorio da scacciare al fine di tutelare l'integrità della comunità nazionale. Che, dall'altro, il dilagare della paura cambi nel DNA usi e costumi degli europei. In entrambi i casi sarebbe una sconfitta per i nostri valori culturali.

WW

Vanessa Gallone. Martina De Tullio III AU. Liceo Bianchi Dottula - Bari

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