IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Con il passare degli anni l’uomo ha sempre apportato innovazioni tecnologiche che ne testimoniano il grande quoziente intellettivo. Ma dinanzi a panorami come quelli del circo mi rendo conto di quanto in realtà ci si trovi davanti a un modo di fare alquanto ambiguo: l’uomo, pur di non rinunciare al divertimento e alle risate, permette il maltrattamento degli animali e, inconsapevolmente, insegna ai propri figli che essi sono oggetti e/o giocattoli senza una propria dignità. Ai loro occhi appaiono come esseri buffi che riescono in esercizi e in pose dove gli altri della loro specie non possono arrivare.
Ma molti ancora non sanno che per insegnare loro tutto ciò, servano pratiche brutali e inumane. Tutto inizia al momento della nascita, quando i piccoli vengono sottratti dalla protezione dei loro genitori ed importati nei Paesi europei. Qui si prosegue con l'addomesticamento  e l’addestramento che prevedono svariati tipi di punizione esemplari ed indimenticabili per ogni tipo di errore o di rifiuto, fino a quando ognuno di loro, dal più piccolo al più grande, impari a non commetterne più. Alternativa: la morte. Molti non imparano mai e sono destinati a quella che sembra essere la strada peggiore, ma che a parer mio è la migliore.
Tutto è finzione. Ogni loro movimento sul “palco” è il risultato di torture inflitte senza sosta sui loro corpi: il sorriso dello scimpanzé è una smorfia di ansia e di tensione; la posizione eretta del cavallo si effettua tirando le redini con violenza in modo da causargli dolore al muso, o anche percuotendo violentemente la mascella con un bastone; per fargli scuotere la testa lo si colpisce con uno spillo; per farlo ridere, invece, i colpi di spillo si danno sul muso, in seguito, a causa del trauma, basta un solo gesto ed esso solleva il labbro superiore mostrando i denti; per fargli ballare la polka lo si frusta al momento giusto per fargli cambiare zampa durante il “trotto”.
Gli animali sono costretti a sopportare tutto ciò perché “tenuti sotto minaccia di morte”. E l’uomo, cieco dinanzi a ciò che non vuole vedere, continua ad approvare l’esistenza del circo.

Silvia De Luca III A, Liceo “F. De Sanctis” - Trani

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