IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Oggigiorno è diventato quasi normale sentir parlare quotidianamente nel nostro paese del fenomeno del bullismo; tale costume è sempre esistito ma si è diffuso sensibilmente negli ultimi decenni del XXI secolo in parte anche grazie allo "sbarco" della tecnologia che non ha fatto altro che alimentarlo velocemente e con esiti imprevedibili, come si dirà più avanti.
Uno dei problemi principali, se non fondamentali, del bullismo è che si sta espandendo tra i giovani che poi saranno gli adulti del futuro; per poter comprendere appieno il motivo della diffusione tra gli adolescenti di questo fenomeno dobbiamo partire dalle radici più profonde di quest'ultimo.
Molti, in effetti, non conoscono il vero significato di questa parola abusata ma, allo stesso tempo, talvolta fraintesa da parecchi poiché ben pochi ne sanno la reale valenza e molto spesso se ne fa un utilizzo improprio. Infatti, per "bullismo" si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e di autentico sopruso messe in atto da parte di un bambino o di un adolescente, chiamato bullo -e molto spesso appartenente a un gruppo - diretto contro qualcuno, percepito come più debole e, quindi, come vittima predestinata. Esistono per gli esperti due tipi di bullismo: diretto e indiretto; rispettivamente il primo comprende attacchi espliciti nei confronti della vittima sia di tipo fisico che verbale; nel secondo caso, invece, si verifica la rottura delle relazioni della vittima con altre persone, attraverso numerosi atti come l'esclusione da un gruppo, l'isolamento, la diffusione di pettegolezzi, maldicenze e calunnie sul suo conto che possono portare ad effetti negativi, problematici e, nel peggiore dei casi, al suicidio.
Recentemente si è diffuso anche il fenomeno del cyberbullismo che si verifica attraverso i cellulari, dispositivi utilizzati ormai anche dai bambini frequentanti le elementari, o attraverso Internet (posta elettronica, chat, blog, forum e social network). Molto spesso i genitori tendono ad attribuire poca importanza quando il figlio, ancora piccolo, parla senza piena consapevolezza di alcuni "dispetti" o insulti compiuti dagli altri coetanei contro di lui; in molti casi, questo è un comportamento sbagliato perché si sottovaluta l' importanza di questi episodi che potrebbero segnare la vita stessa del bambino nel suo sviluppo. In effetti, secondo molti esperti di scienze sociali, di psicologia giuridica e clinica, dell'età evolutiva e di altre discipline affini sono principalmente i genitori e gli insegnanti che devono educare i ragazzi e, in alcuni casi, riportarli "sulla giusta strada" per far sì che comportamenti sbagliati non diventino, in futuro, azioni normali e incontrollate.
Secondo diverse statistiche condotte nel corso di questi ultimi anni, una delle cause più frequenti da cui può derivare il bullismo può essere la carenza di figure maschili all' interno della scuola che sappiano con la loro autorevolezza salvaguardare l'equilibrio dei singoli e di un gruppo, frenando alcuni eccessi che iniziano a manifestarsi. Inoltre, i bulli sono nella maggior parte dei casi coloro che conseguono voti bassi, molto spesso ripetenti, che sfogano i loro fallimenti sui più bravi. Tuttavia si sta cercando anche nel nostro paese di porre fine o almeno di sensibilizzare maggiormente i giovani. Un esempio lampante ci viene offerto da Laura Boldrini in qualità di Presidente della Camera dei Deputati, che spera che la legge sul bullismo e sul cyberbullismo da lei proposta venga approvata prima della fine del suo mandato; la proponente ha dedicato questa definizione legislativa a Carolina, una delle tante vittime del cyberbullismo, che si è tolta la vita, a soli quattordici anni nel novarese, nel gennaio 2013.
Non bisogna mai sottovalutare il bullismo ma, al contrario, bisogna agire tempestivamente poiché le conseguenze del fenomeno sul piano psicologico, sia a breve che a lungo termine, possono essere tanto gravi sia per le vittime sia per i bulli e, seppure indirettamente anche per chi osserva da vicino questa piaga sociale, specialmente per gli adolescenti. Per le vittime il rischio più evidente- oltre a cadere in forme depressive e pericolose per l'incolumità- è quello di manifestare il loro disagio attraverso problemi fisici, ma soprattutto psicologici. Molto spesso questi sintomi sono associati al non voler più frequentare la scuola e si tende, quindi, ad un involontario e doloroso isolamento e di conseguenza a forme di crescente insicurezza, problemi imponderabili sul piano relazionale, fino a manifestare, in alcuni casi, veri e propri disturbi patologici, tra cui ansia e depressione.
I bulli, invece, possono manifestare veri e propri comportamenti antisociali, aggressivi e violenti anche in famiglia e sul lavoro. Chi osserva queste due parti in causa, infine, vive un contesto caratterizzato spesso da difficoltà relazionali che, talvolta, portano all' aumento dell'ansia, della paura e alla negazione o alla sottovalutazione del problema.
E' importante ricordare e sottolineare che il bullismo non può e non deve essere letto come un atteggiamento limitato alla battuta un poco pesante e, in qualche caso, gratuita; infatti a causa di certi atti si può colpire "al cuore" la vittima che, per giunta non ha quasi mai gli strumenti adeguati, anche per via dell'età, per difendersi e controbattere.
Perciò bisogna stare attenti a non lasciarsi troppo coinvolgere dagli amici e aggredire, per esempio, verbalmente o "tecnologicamente" il più debole - o colui che sembra tale - per sentirsi parte integrante del gruppo, ma bisogna avere il coraggio di difendere il più debole e denunciare tali atti, anche se ciò può significare rischiare di essere esclusi dal gruppo stesso. Inoltre un conflitto/litigio tra coetanei, deve essere e restare episodico e deve servire a crescere perché il confronto/scontro è importante solo se porta a migliorare davvero noi stessi in quanto esseri umani e ciò può avvenire solo se la relazione è paritaria e basata sul rispetto reciproco.

Andrelena Paolillo III A classico, Liceo “F. De Sanctis” – Trani

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