IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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artguerre4Nel sottosuolo e nel mare, infatti, ancora oggi in tutta Italia (e non solo) sono presenti pericolosissimi ordigni inesplosi di varie grandezze, tipologie e quantità di gas velenosi. Ciascuna classe, seguita nel percorso dalle prof.sse Tiziana Anna Piscitelli e Rosalba Tagliente, è stata invitata ad esprimere la propria opinione in merito al tema della guerra, avvalendosi di riferimenti storici, filosofici e letterari, permettendo così l'articolazione di un dibattito variegato e proficuo che ha portato ad interessanti conclusioni. La classe VCE si è concentrata sulla figura di Sigmund Freud e sul suo saggio Al di là del principio di piacere in cui il fondatore della psicoanalisi analizza il tema dei due impulsi naturali “Eros” e “Thanatos”: ogni uomo è diviso da due istinti antitetici che tendono ad influenzarne il comportamento. Eros è il principio erotico e costruttivo, mentre Thanatos rappresenta la forza distruttiva ed aggressiva. Dunque, esiste una profonda scissione in ciascuna persona: la scelta tra il bene e l’enorme attrattiva del male è retta dall’equilibrio tra queste due forze. Tuttavia, dal momento che le forze stesse sono influenzate dalla società, occorrerebbe ricordare tutti gli errori e i conflitti del passato, per una reale sensibilizzazione che non permetta di ricommettere gli stessi sbagli con le medesime atrocità.
La VAU, invece, ha voluto fornire una lettura della guerra come "problema teologico". Si ritiene che, attualmente, l’adesione alla religione cristiana non sempre coincida con i suoi reali contenuti. Cristo ha dato l’esempio del perdono ma questo, di fatto, non viene realmente esercitato. Gli studenti hanno avanzato un’ulteriore considerazione: nonostante i tentativi della Chiesa cattolica di avviare un dialogo alla pari con le altre confessioni, il problema delle guerre religiose è, a tutt’oggi, ben lontano dall’essere risolto. Sebbene vi siano innegabilmente fondamentalismi che incutono terrore, si ritiene che il ruolo deteriorante dei media sia altrettanto spaventoso e fuorviante, poiché l’Islam è talvolta presentato come una religione, per certi versi, aliena dai contenuti pacifisti del cristianesimo. Ma, a ben vedere, non è una religione effettivamente violenta. Il diverso è sempre stato visto come una minaccia ed è proprio questo – secondo quanto è emerso dalla riflessione dei ragazzi - che fomenta l’odio in movimenti sinistri come l’Isis. Non bisogna confondere il Daesh con l’Islam: basta compiere uno spostamento di prospettiva, immaginandosi ai tempi delle crociate, per figurarsi i cristiani come pazzi sanguinari che mandano bambini in guerra o commettono altre atrocità. Ciò che la VAU ha voluto sottolineare è l’importanza di non basarsi su stereotipi ed ovvietà, facendo leva sul proprio spirito critico: è questa l’unica soluzione per distinguere il bene dal male e, soprattutto, per non ledere i diritti di chi effettivamente non c’entra nulla con questi estremismi spietati.artguerrearendt
La VBE, infine, si è focalizzata sul testo di Hannah Arendt La banalità del male. La scrittrice, filosofa e storica tedesca, dopo l'avvento del nazionalsocialismo e l'inizio delle persecuzioni nei confronti delle comunità ebraiche, abbandonò la Germania e fu invitata a seguire come giornalista del New Yorker il famoso processo Eichmann, un pluriomicida nazista, considerato il principale responsabile e organizzatore delle deportazioni degli ebrei nei campi di concentramento. La donna si aspettava un uomo alto, forte, nerboruto ma, inaspettatamente, trovò un uomo banale, né demoniaco, né mostruoso. Ciò che colpì la donna fu un gesto di Eichmann durante il processo: soffiarsi “banalmente” il naso. In lei scaturì un senso di pietà nei confronti di quell’uomo la cui incapacità di pensare lo aveva  reso mediocre e cattivo. “Cosa c’è di più banale della guerra e della malvagità?”, hanno sostenuto gli studenti della VBU: “Il percorso per diventare cattivi e commettere crimini non è complesso. È, appunto, banale. Ma, essere buoni, buoni davvero, è veramente un’epopea, è come se fosse una salita lunga e difficile”. Come scrisse la Arendt: “Il male non possiede profondità. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo […] È una sfida al pensiero, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità”. Credo che ognuno di noi, dopo una giornata così ricca di riflessioni, si sia posto questa fatidica domanda: “Cos’è il male?” e qui si potrebbe aprire un varco senza più chiuderlo. Perché la guerra, dunque, è davvero vicina, non solo per i nuovi fondamentalismi, ma anche per la mancata attitudine alla riflessione profonda.  Ed è proprio la riflessione, il bilancio positivo di questa giornata, significativamente intitolata “Conoscere per Ri-conoscere”, durante la quale tutte le classi coinvolte si sono mostrate disponibili e interessate a valorizzare la dignità umana. Particolarmente istruttivo si è rivelato l'intervento degli ospiti esperti che hanno mostrato, anche attraverso fotografie di ritrovamenti di ordigni bellici delle tipologie più varie, quanto le guerre siano sepolte ma ancora presenti e pericolose.

Emanuele Servidio, VAU, Ilaria Meo, VBE - Liceo “G. Bianchi Dottula” - Bari

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