IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Si può dire "basta" a tutte quelle violenze, compresa quella subdola, meschina, invisibile, come quella psicologica; sono piccoli avvertimenti che spesso una donna tollera e giustifica per paura, arrivando a credere che se solo riuscisse a resistere, insistere, provare ad urlare di più, tutto finirebbe, celando dietro queste giustificazioni la verità nuda e cruda di una violenza. Donne che subiscono violenze fisiche senza denunciarle restano con i propri partner in quanto spesso in essi riconoscono "l'unica casa". Restano inermi, non fuggono, si sentono più sicure, non comprendendo però che il non reagire è violenza. 
Ma cosa c'è alla base di queste violenze? Di certo la disuguaglianza che ancor oggi vige fra i sessi. Flavia Piccinni, nell'articolo "La violenza sulle donne è anche quando non reagiamo" pubblicato su la Repubblica, afferma che sin da bambini siamo stati allenati alla violenza di genere, tramite l'educazione che ci viene impartita. Piccole differenze che si trasformano in qualcosa di più grande, qualcosa che non si è in grado di controllare. Il bambino cresciuto con la convinzione di essere più forte rispetto alla sua coetanea, sarà lo stesso uomo che, convinto di ciò, commetterà atti violenti volti ad affermare il proprio ego nel momento in cui avvertirà un senso di inferiorità nei confronti della propria donna. Talvolta però è possibile per l'uomo controllare la parte aggressiva di sé, intraprendendo un percorso di rieducazione presso il "CAM", il più famoso centro in Italia per i maschi maltrattanti. 
L'esempio di un uomo che ha avuto il coraggio e la forza di riconoscere i propri errori e di curarsi possiamo ritrovarlo in Alessandro. La sua storia è raccontata nell'intervista pubblicata su la Repubblica da Maria Novella De Luca, nella quale Alessandro stesso descrive l'orrore negli occhi della moglie e dei figli nel momento in cui tentò di ucciderla. Molti uomini, come Alessandro, quando comprendono i propri errori e percepiscono al contempo un'eventuale ricaduta, possono decidere di farsi aiutare a combattere e controllare la propria rabbia. Nel XXI secolo, nella società che avanza nella tecnologia e non solo, che cerca il più possibile di semplificare la vita dell'uomo, si ritrovano, ancora, casi di donne violentate, maltrattate, uccise, ridotte in fin di vita, la quale per loro è tutt'altro che semplice. 
In questa Giornata, Laura Boldrini (Presidente della Camera dei Deputati), a questo proposito, ha deciso di denunciare tutti coloro che la perseguitano sul web rendendo pubblici i nomi. Nell'articolo " Basta sessismo in rete" fa capire come la violenza non tenga conto neanche del ceto sociale, in quanto gli artefici delle violenze da lei denunciati sono anche uomini politici (uomini di cultura, si spera). Il suo messaggio conduce ad un impegno generale contro il sessismo e gli stereotipi di genere. Da parte di ambo i sessi ci deve essere parità di genere, al fine di eliminare tutte le forme di violenza a favore del rispetto reciproco.
La giornata contro le violenze sulle donne deve, non solo ricordare le vittime del femminicidio, ma anche incoraggiare a denunciare.
Roberto Paradiso VAE Liceo Bianchi Dottula Bari

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