IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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È davvero strano pensare al fatto che noi tutti stiamo vivendo un "periodo storico" che verrà raccontato da noi, dai nostri figli o dai nostri nipoti nei prossimi decenni...

Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato una cosa del genere... Invece da un giorno all'altro ci siamo ritrovati costretti a restare a casa, a non andare al lavoro, a non andare a scuola, a non vedere i nostri amici, colleghi. Ci siamo ritrovati a studiare attraverso un computer, a chiamare e videochiamare i nostri amati nonni anziché andare a pranzo o a cena da loro. Facciamo tutti questi sacrifici per evitare la diffusione del "Coronavirus", una terribile malattia respiratoria, che solo apparentemente è simile alla classica influenza, in realtà è molto più devastante. In Italia ha già costretto moltissime persone ad affrontare la terapia intensiva, alcune di loro non ce l’hanno fatta. Noi tutti siamo consapevoli di quanto sia importante restare a casa, limitare i rapporti con persone non consanguinee e soprattutto rispettare le misure di sicurezza: tra queste, la più efficace sembra essere quella di indossare la mascherina per evitare la trasmissione.

CORONAVIRUS: l'impatto che ha avuto sui ragazzi a livello psicologico.

La pandemia che stiamo affrontando ha portato a una inevitabile anche se dannosa chiusura delle scuole. Gli studenti sono a rischio di isolamento sociale e tutto questo provoca un grande disagio che accentua le normali difficoltà della turbolenta fase adolescenziale. Caratteristica principale è "l'evitamento volontario sociale", come ad esempio, l'allontanarsi dalle attività scolastiche, tra amici, sportive o affettive. Le uniche relazioni mantenute sono quelle con i familiari, ma molto spesso, in casi più estremi si registra una chiusura totale dell'individuo a qualsiasi relazione, ritenute fonte di ansia e di minaccia. A questo si accompagna la cosiddetta agorafobia, caratterizzata da forte depressione e frequenti scatti d'ira. La sindrome di Hikikomori rappresenta il grado più grave di questo tipo di comportamento e si accompagna all'abuso eccessivo di mezzi digitali e tecnologici come: tablet, computer, smartphone, video game che si trasformano in strumenti per compensare la solitudine. Molti psicologi hanno lanciato l'allarme, dato che la DAD crea le migliori condizioni per la diffusione della sindrome Hikikomori, in quanto questa porta ad emigrare da questo mondo per vivere un'esistenza creata a propria immagine e somiglianza, dove ogni problema è risolto con l'esclusione o con l'indifferenza della persona. Il soggetto affetto da tale disturbo, adotta un meccanismo di difesa che serve a compensare la socialità ridotta e l’eliminazione di altri sbocchi sociali (cinema, palestra, uscite con gli amici). I ragazzi trovano soluzioni alternative, come i dispositivi elettronici che favoriscono una socialità web senza corpo, per usare un’espressione ormai nota, potremmo dire “liquida”, dove emozione e sentimenti sono mediati da uno schermo, che non facilita l'autenticità dei rapporti.

Stiamo vivendo esperienze forti che determinano in tutti noi, e soprattutto in noi giovani dei cambiamenti che rischiano di essere travolgenti se non cerchiamo di gestirli adattandoci e resistendo. Con l’aiuto della scuola e della famiglia dobbiamo cercare di trasformare la minaccia in un’opportunità. Non è semplice...ma sicuramente è la sfida che ci vene lanciata per riappropriarci della nostra vita.

( Ercolino Rossella, Di Mattia Carmen, Ferrucci Francesca, Angelica Lamedica ParadisoAntonietta, classe 4^F, LES, “Fiani-Leccisotti”, Torremaggiore- FG)

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