IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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“Il mito è una storia che ha come scopo quello di spiegare i misteri del mondo, le sue origini, i suoi valori, il suo senso, di definire le relazioni tra gli dei e gli uomini. In altre parole, è un tentativo di dare risposte ai quesiti fondamentali che l’uomo si è posto e continua a porsi”.
L’uomo nasce con degli interrogativi e di essi vive. Se l’uomo fosse nato onnisciente la sua vita sarebbe stata effimera o, addirittura, oserei dire, quasi scontata. Ed è per questo che l’uomo, vivendo di continue incertezze, ha bisogno di qualcosa a cui credere e affidarsi. Trovano qui perfetta collocazione i miti e le credenze popolari. Un esempio che calza “a pennello” è quello dei segni zodiacali che ci è stato proposto durante le rappresentazioni teatrali (a braccio) nella sede Arci di Trani, “Miti d’Amore” e “Sidera”, ad opera del bravissimo Vittorio Continelli. Il fantomatico oroscopo che leggiamo per sapere se il nuovo anno ci porterà soldi, fortuna e amore non è nient’altro che frutto di miti d’origine greca tramandati oralmente e, solo successivamente, anche in forma scritta, sino a noi. Raccontarli o ascoltarli ci dà modo di scoprire anche quanto in là l’uomo si è riuscito a spingere con il pensiero e la sua curiosità. “Cogito ergo sum” (penso dunque sono) avrebbe asserito Cartesio, e l’uomo vive di pensieri, di astrazione, di voglia di conoscere sempre più per avvicinarsi alla realtà. Anche Platone farà riferimento alla caparbietà dell’uomo nel voler arrivare alla conoscenza e lo farà tramite il celebre mito della caverna. Esso è allegoria della faticosa salita dell'uomo verso la vera conoscenza e del suo tentativo di farci arrivare anche i suoi compagni. Ciò che l’uomo costruisce, perché non resti ipse dixit, e quindi mera conoscenza accettata per ciò che è, va studiato e scoperto affinché non venga dimenticato. Come Dante, per quanto fosse stato tradito da coloro che riteneva essere amici fidati e dalla stessa politica della sua patria resterà sempre legato alla sua amata Firenze, così l’uomo non dovrebbe dimenticare mai le sue origini e radicare le sue conoscenze nel passato per poi proiettarsi nel futuro. “Sidera”, le stelle, da sempre hanno guidato l’uomo e lo hanno affascinato. Sarà Dante stesso ad onorarle dedicandole gli ultimi versi di ogni trentatresimo canto del suo pellegrinaggio attraverso i tre regni dell’inferno, purgatorio e paradiso e in esse troverà conforto. L’orsa maggiore, quella minore, Sirio, le varie costellazioni e combinazioni alle quali l’uomo ha dato vita non sono altro che l’escamotage del quale l’uomo stesso si serve per dare un senso a tutte le cose inspiegabili, per confortare chi si sente perduto e chi vorrebbe spiegare l’inspiegabile.

Claudia Capogrosso, IV sez. D/Sc. Um.

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