«Marcia dei Bruchi» è il nome di una campagna di sensibilizzazione su diritti umani, giustizia, sostenibilità ambientale, legalità e cittadinanza attiva, promossa dall’attivista John Mpaliza, un ingegnere africano che vive da trent'anni in Italia e organizza eventi a livello nazionale ed europeo, anche per sollecitare l’opinione pubblica nei confronti del dramma che vivono i Paesi del continente africano, tanto ricco quanto sfruttato e affamato da chi gestisce le sue risorse, come nel caso, tra i tanti esempi, del Congo, ricco di coltan e cobalto, minerali utilizzati per la costruzione di quei telefoni cellulari di cui nessuno di noi riesce a fare a meno, ma per la cui estrazione è sfruttato in misura schiavistica il lavoro dei bambini.
L'iniziativa ha attraversato tutta la Puglia partendo da San Severo lo scorso 25 febbraio e si è conclusa a Bari, il 5 aprile, dopo altre due iniziative svoltesi in città, il 1 aprile, quando John Mpaliza è arrivato a Parco 2 giugno in marcia da Rutigliano ed è stato accompagnato da giovani e adulti baresi nel Centro storico, e il 4 aprile pomeriggio, quando nella piazzetta antistante alla Chiesa del Redentore nel quartiere Libertà si è animato, con musica letture e testimonianze, il Presidio mensile del Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti, un Presidio promosso in varie città italiane da padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, impegnato nella denuncia delle ingiustizie culturali, economiche e legislative, che impediscono accoglienza e integrazione di chi arriva nei Paesi occidentali per necessità e disperazione. Qui hanno preso la parola John, gli studenti della Scuola senza confini “Penny Wirton” (i cui volontari insegnano italiano agli studenti stranieri), e anche studenti del Liceo Linguistico Bianchi Dottula.
La marcia finale ha coinvolto scuole di tutti gli ordini del capoluogo pugliese (Istituto Comprensivo “Japigia I – Verga”, “Scuola Duse - Don Bosco”, Istituto “Marconi- Hack”, il Liceo “Bianchi Dottula”, tra cui noi alunni della 2BL e gli alunni della 2CU) e della provincia (Liceo “Galilei” di Bitonto). Abbiamo percorso in corteo Corso Vittorio Emanuele II per approdare in Piazza Ferrarese, dove abbiamo condiviso e raccontato i nostri lavori scolastici, nel nostro caso il percorso di Educazione Civica svolto con l’insegnante di Lettere, per cui abbiamo realizzato un cartellone con i 17 obiettivi dell’agenda 2030 e un lungo striscione, che riprendeva i colori della bandiera della pace, con lo slogan “Si vis pacem para pacem” coniato da Ernesto Balducci, presbitero e intellettuale cattolico che negli anni Settanta contribuì ad animare il movimento pacifista, un invito il suo a ribaltare la logica bellicista dell’antica cultura romana (“si vis pacem para bellum”) ripreso e più ampiamente diffuso da Don Tonino Bello, vescovo di Molfetta in odore di santità, che a livello regionale e nazionale si è battuto perché i “costruttori di pace” si impegnassero a promuovere scelte che consentano alla pace e alla solidarietà di svilupparsi, per fare in modo che la guerra non si presenti come una soluzione inevitabile. Uno sforzo di creatività evocato anche dalla Dichiarazione del francese R. Schuman nel celebre discorso del 9 maggio 1950, con cui si inaugurava il processo di unificazione europea, e che noi abbiamo voluto riportare sullo striscione “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Una creatività che ha bisogno di studio e confronto, è un cammino, come si legge in una bellissima pagina di Don Tonino Bello che abbiamo presentato lungo la marcia.
Al termine di tutte le presentazioni, John ci ha fatto ascoltare una canzone dell’italiano Fabrizio Moro, Pensa, che è un vero e proprio inno alla vita, dedicato a tutti coloro che si sono sacrificati per ottenere una società più giusta. La manifestazione si è così conclusa a mezzogiorno con balli, canti e tanto divertimento.
È stata un’esperienza davvero interessante ed educativa perché abbiamo riflettuto sui nostri stili di vita e su quanto il nostro benessere non possa prescindere dal rispetto per la dignità degli altri, la nostra pace dalla giustizia globale, e ci ha anche incoraggiato ad avere fiducia, perché come i piccoli bruchi possono bucare una mela e diventare farfalle, anche noi se vogliamo avere un futuro migliore, dobbiamo lavorare sin da piccoli per il bene comune!
Nicole Sgambellone e gli studenti della classe 2^BL - Liceo Linguistico "Bianchi Dottula" Bari
Giovani bruchi in marcia per la pace e i diritti umani
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- Inserito da Lia De Marco
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