IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Siamo nel ventunesimo secolo e noi tutti condividiamo un compito, nella nostra singolarità tocca a chiunque rendere omaggio al patrimonio europeo.
Il diritto di voto alle donne fu introdotto nella legislazione internazionale nel 1948 quando le Nazioni Unite adottarono la Dichiarazione universale dei diritti umani. Per la prima volta le donne furono politicamente dichiarate consapevoli di poter compiere delle scelte in autonomia, non più considerate prive di conoscenza, ma portatrici di cultura, di un pensiero paragonabile in tutto e per tutto a quello dell’uomo. 
Psicologicamente parlando l’adulto, in Italia, è l’essere umano che è indipendente economicamente e dalla famiglia d’origine, con responsabilità familiari e procreative, che gode di diritti e di doveri. L’adulto, secondo la psicologia del ciclo di vita, è colui che rientra nella fascia di età dai 20 ai 65 anni, un dato che trova ragione, purtroppo, non in tutto il mondo. In Afghanistan la donna con i suoi accompagnatori- tutori, con la dipendenza sociale istituita nei confronti del padre o del marito, con le sue limitazioni, come quella di non guidare o quella di non lavorare, nella nostra realtà appare analoga alla figura del minore. Una differenza che fa rabbrividire. 
Siamo nel 2021, e in Afghanistan i taliban hanno preso il potere. La priorità ora non è più il chiedersi perché in Italia il diritto al voto sia arrivato così tardi, ma forse è il caso di capire perché una popolazione che lentamente si stava ristabilendo, si ritrova in uno stato di immobilismo e paralisi sociale. Le barbare condizioni in cui vivono le donne sotto il dominio dei talebani si sono ripresentate nel 2021 dopo che per circa un ventennio, a partire dal 2001, all’indomani della caduta del regime, i diritti femminili avevano cominciato ad emergere in modo significativo e ad essere riconosciuti.
Dopo la presa di Kabul, le attiviste femministe combattono ancora per i propri diritti, attraverso la RAWA - Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane. Nata negli anni Settanta come movimento femminile di resistenza all’occupazione sovietica, oggi opera in clandestinità. È una delle organizzazioni più importanti per la difesa dei diritti delle donne in Afghanistan sulle quali, forse più che su tutti gli altri, pesa il ritorno del dominio talebano. A dimostrazione del cambiamento ad oggi sappiamo che l’edificio che una volta ospitava il Ministero degli Affari femminili, da quando ci sono i Talebani è stato riadattato per accogliere il Ministero per la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio, la polizia morale dei Talebani.
Una situazione, che a grandi linee può essere paragonata al 1700. Il periodo illuminista ha portato grandi rivoluzioni, ma come ben sappiamo le tradizioni, almeno nei confronti della donna erano ben radicate. L’esempio più importante riguarda la figura della donna descritta nel romanzo pedagogico di Rousseau, Emilio o dell’educazione, il quale, nella sua misoginia, riserva l’educazione autentica esclusivamente al sesso maschile. La donna, priva di una vera e propria personalità, da lui chiamata Sofia, è priva anche di conoscenze scientifiche e filosofiche perché troppo complesse da apprendere per una donna, la cui immagine è incentrata su competenze utili per il governo della casa. Una cultura che è il contrario di quella di Emilio e che non le servirà per poter affrontare da sè le problematiche della vita, ma solo per poter figurare bene in società, grazie anche alla morale e alla religiosità che la porteranno a essere “casta e onesta fino all’ultimo respiro”. Rousseau individua anche i difetti tipici del sesso femminile, dando ennesima dimostrazione del suo maschilismo tradizionalista, attribuendo a Sofia civetteria e golosità. Inoltre, la donna è debole di natura ed è fatta per essere soggiogata dall’uomo, pertanto non può condividere la sua stessa educazione. 
Per fortuna furono diverse le voci contrastanti nel pensiero pedagogico moderno. E’ il caso di Comenio: egli affermava in maniera anche molto decisa che l’istruzione debba essere accessibile a tutti anche al “sesso debole”. Egli ritiene che di fronte a Dio tutti siamo uguali, e pertanto perché alla donna viene attribuita la così detta “mancanza di riflessione”? non sarà forse per via della mancanza di insegnamenti e di cultura? 
Anche alcuni esempi femminili sono presenti, come nel caso di Mary Wollstonecraft. Ella crede che l’inferiorità femminile esista, ma non a causa, come riteneva Rousseau, della sua natura e delle caratteristiche tipiche del suo sesso, ma per via di una scarsa educazione, un pensiero simile a quello di Comenio. 
E come nel ‘700 Rousseau affermava che l’unico compito della donna fosse procreare, nel 2021 la dittatura talebana reputa la donna adulta solo nella procreazione e nell’unione matrimoniale. Una analogia spaventosa, che ci fa chiedere: cos’è ciò che stiamo vivendo, una realtà che torna al passato, o un passato, che in realtà non abbiamo mai abbandonato? 
Amanda di Ronzo IVBu Liceo Bianchi Dottula - Bari

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