IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Denigrate, mal sopportate, quasi un fardello per il resto della città; ma cosa hanno fatto le periferie per meritare tutto questo odio? Qual è la loro colpa?
Per molti, le periferie sarebbero da eliminare, non sono nemmeno considerabili come parte integrante della città, in quanto “sono brutte, sono sporche, sono il fulcro della delinquenza” e mille altre motivazioni. Tuttavia, esse sono spesso ingiustamente denigrate. 
Infatti, le periferie sono anche luoghi carichi di vita, i cui abitanti hanno storie di speranza e cambiamento da raccontare, inebriate di un fascino tutto particolare, spesso celato dall’incombenza delle problematiche sociali che riguardano questi centri abitati. 
Le periferie, infatti, sono i luoghi nei quali si riversa il peso di tutte le problematiche dell’intera città, in quanto sono ritenuti quartieri degradati, sui quali non vale la pena investire, quartieri che vengono abbandonati alla loro sorte, senza che neanche le autorità, che maggiormente se ne dovrebbero occupare, facciano nulla per tentare almeno di avviare un piano di recupero.
Purtroppo, nonostante la loro “vita segreta” fatta di sogni e convivialità, le periferie non costituiscono una bella realtà, e ciò è ampiamente dimostrato dai fatti; è proprio nei quartieri periferici, infatti, che ormai da anni vengono registrati i tassi più alti di criminalità, dispersione scolastica, disoccupazione e, più in generale, situazioni di degrado. Ciò è dovuto principalmente al fatto che, come abbiamo accennato, le periferie costituiscano, per certi versi, il “capro espiatorio” della città, quel luogo nel quale scaricare tutti i problemi, come se fosse una discarica, come se i quartieri periferici non fossero delle realtà abitate da persone con gli stessi sogni e ambizioni degli abitanti del centro città, ma solo agglomerati di disagio, da evitare e abbandonare, non curandosi minimamente di loro. 
Ognuno di noi ha sicuramente una storia alle spalle, alcuni segnata dall’appartenenza alla vita di periferia, nella quale molti sono cresciuti, vivendo in prima persona la situazione di abbandono e disagio, e subendo sulla propria pelle la condizione di discriminazione ed emarginazione, ed altri, i “i figli del centro città”, come me, il cui punto di vista rappresenta l’altra faccia della medaglia, di coloro che non vivono queste realtà, ma le conoscono solo grazie alle testimonianze altrui.  
La condizione di marginalità nella quale sono immersi, ormai da generazioni, i quartieri periferici, è sicuramente difficile da fronteggiare, soprattutto se gli abitanti si ritrovano a dover lottare da soli, senza alcun aiuto esterno, per riaffermare la propria dignità, e rivendicare il proprio diritto a godere della stessa considerazione della quale gode il resto della città, così da poter lavare via di dosso lo “stigma” del classico cittadino di periferia, delinquente, poco istruito e di basso ceto sociale. Tuttavia, nella vita mai tutto è perduto, e in molti, me compresa, sostengono che tali situazioni presentino, in diversi casi, ancora margini di recupero. I giovani, in particolar modo, sono tra tutti i più legati alla propria origine, ed i più volenterosi, coloro che intendono far sì che le zone limitrofe, che per molti sono “spazzatura” e per loro sono “casa”, vengano rivalutate e prese in considerazione per progetti e attività, che sarebbero in grado di garantirne la rinascita, anche solo in parte. Ed è per questo, dunque, che ho scelto di parlare di vita segreta delle periferie. Un’espressione che ha in sé un'accezione quasi magica, come se fosse un mondo da scoprire, un labirinto nel quale perdersi, esplorandolo e scoprendone tutti gli aspetti, e tutte le piccole realtà che lo costituiscono, parlando con la gente, osservando il territorio, e coinvolgendo tutti a partecipare attivamente alle attività di recupero delle situazioni di maggior disagio, per dare anche a coloro che non vedono via d’uscita la possibilità di vedere la luce in fondo al tunnel. Case dignitose per le famiglie, strade pulite e ben mantenute, posti di lavoro e facilitazioni per proseguire il percorso scolastico per i più giovani.
In fondo, tutti meritano una possibilità di riscatto, e tutti hanno diritto a desiderare un futuro più roseo, nel quale saranno stati abbattuti tutti i muri della discriminazione, e le periferie avranno riconquistato quel fascino, oggi nascosto, che le contraddistingue, e che in pochi riescono a scorgere, raro e puro come un fiore che sboccia su una strada desolata.
Alessandra Michea IV Bu, Liceo Bianchi Dottula - Bari
 

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