IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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In Francia è in corso un’insurrezione contro la nuova miseria che le riforme neoliberali del Presidente hanno determinato. Dentro la mobilitazione dei “Gilet gialli” è possibile vedere il fallimento del progetto di Macron di rilancio dell’economia francese e di azzeramento dell’intermediazione con la società. Nonostante siano ora imprevedibili gli esiti della lotta, una linea di frattura è destinata a durare nel tempo.
Quanto è avvenuto in questi ultimi tempi in Francia si può chiamare Neorivoluzione? Dipende da come s’intende la parola rivoluzione certo, ma comunque la si intenda, qualcosa del genere c’è stato. E probabilmente continuerà. E non sono tanto, a mostrarlo, i violentissimi scontri che ormai si verificano nella metropoli francese, non sono le barricate, gli incendi di automobili sulle strade del centro parigino a mostrarlo e neppure le jacqueries che qua e là si hanno in Francia e i blocchi stradali che si distendono ovunque. Lo dicono quei due terzi di francesi che approvano il movimento generale che l’aumento del prezzo della benzina ha determinato. E questa approvazione va molto al di là dell’eventuale condanna dei disordini accaduti. Interessanti sono a questo proposito gli accenni di insubordinazione che animano gli stessi comportamenti dei pompieri e dei corpi di polizia.
Ma noi giovani come possiamo vedere, interpretare questa chiamata del popolo francese?
Dando un occhiata agli ultimi sviluppi,l'insurrezione francese, la Brexit inglese, possiamo arrivare all'unanime conclusione che in questa Europa il vento sta cambiando?
Per rispondere alla domanda fatta precedentemente, possiamo certamente porre una chiara visione di ciò che accade in Francia: il "popolo" ha deciso di prendere una seria e decisa posizione nei confronti del proprio governo, per far valere i propri diritti, le proprie scelte per far valere ciò che è veramente giusto per la popolazione, basti pensare che tutto ciò è iniziato dal semplice aumento della benzina. Da ciò possiamo dedurre la risolutezza dei cittadini quando ciò che è giusto viene meno. Tutto ciò mi fa pensare ai Sanculotti francesi di 230anni fa che scendono in piazza contro il dispotismo del Re e che usavano vestirsi proprio con un gilet, pantaloni lunghi , una giacca detta Carmagnola che ne indicavano l’appartenenza al popolo lavoratore e un berretto frigio, un copricapo da lavoro. Quanto sta accadendo, insomma, mi fa dare facilmente uno sguardo alla storia francese che poi è la storia d’EUROPA, la storia del diritto, delle libertà delle uguaglianze. Purtroppo c'è sempre un “ma” che dobbiamo prendere in considerazione: la storia ci insegna che in tutte le rivoluzioni ci sono sempre delle vittime di natura collaterale e non, ed è inevitabile che in tutto quello che sta accadendo, delle vittime ci sono state e ci saranno, soprattutto negli scontri con la gendarmerie.
Arrivati a questo punto mi chiedo quale sia il messaggio da cogliere, cos'è realmente giusto e cosa sbagliato. In conclusione possiamo affermare solamente una cosa: con sicurezza questi avvenimenti sono un preludio di cambiamento, ma queste rivolte interne ed esterne lasceranno, se non lo hanno già lasciato, una crepa nelle coscienze di tutti noi.
Carmine Musumeci 5^A Economico-sociale, Liceo "E. Palumbo" Brindisi

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