Partendo dall’articolo tratto dal numero 1599 del Corriere della Sera di Tim Parks, intitolato “Sì, viaggiare”, è possibile riflettere sui temi del racconto e del viaggio, che offrono una fuga dalla routine. Viaggiare è una vera e propria arte, una passione che non tutti coltivano, per scelta o per possibilità. Considero il viaggio come una poesia: un individuo parte con il proprio bagaglio, e dopo un percorso, tornando a casa, si trova a portare con sé una diversa valigia, più grande ed esplosiva, con altri pensieri ed emozioni. Il viaggio può anche essere vissuto come una continua indagine privata: cerchiamo il nostro carattere, la nostra personalità più nascosta e i nostri desideri. Per molti letterati, viaggiando e scoprendo nuovi mondi, possiamo davvero comprendere chi siamo. L’importante non è né la destinazione né il traguardo, ciò che conta davvero nel viaggio, è il viaggio stesso. Basti pensare al viaggio compiuto metaforicamente dai nostri poeti italiani, a quello intrapreso nel romanzo di Luigi Pirandello “Il fu Mattia Pascal”, in cui si manifesta invece la negazione della persona e la scoperta di tante nuove personalità. Il viaggio è il primo pensiero quando si vuole evadere dalla realtà, ma non esiste solo questo modo. Se ci soffermassimo a pensare, ci sono miliardi di modi per fuggire dai problemi quotidiani, tra i più diffusi vi sono sicuramente: ascoltare musica, guardare un film, ma soprattutto leggere un libro. Sant’Agostino infatti scriveva che “Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo una pagina”. Mi sembra lecito concordare con le parole del pedagogista, infatti la correlazione che intercorre tra questi due ospiti, viaggio e lettura, è estremamente attuale. Tanti poeti, scrittori e musicisti hanno trattato questa tematica, infatti non è scontato citare il binomio Battisti-Mogol, uno dei più grandi pilastri della musica italiana, che con il loro brano “Sì, viaggiare”, ha accompagnato intere generazioni. Purtroppo a partire dal 2020, a causa della pandemia Covid-19, il turismo è calato molto, limitando la vita quotidiana delle persone. Molti di noi si sono sentiti oppressi e privati della propria libertà. A tal proposito, tante famiglie italiane hanno sviluppato una forte condizione di disagio, è ben noto infatti che successivamente alla pandemia, sono esplose le richieste d’aiuto nei confronti di psicologi ed educatori, i quali ad oggi rappresentano un sostegno fondamentale in un’epoca che sta ancora pagando il prezzo di una pandemia inaspettata. Successivamente al Covid invece, il turismo è aumentato, permettendo a tutti di ricominciare ad amare il mondo, la vita e la spensieratezza. Personalmente sono stata la prima a voler partire una volta finita l’emergenza, infatti ho prenotato il primo volo disponibile, ho preparato la valigia e sono corsa a vivere una nuova avventura, ancora più preziosa delle precedenti, in quanto vissuta con gli occhi e l’amore di una ragazzina a cui era stato vietato, per un lungo periodo, di vivere appieno la sua adolescenza. Per me viaggiare ha un grande significato, ho sempre amato conoscere nuove culture, lingue e tradizioni. Quando sono consapevole di dover viaggiare e di prendere l’aereo, sono sempre al settimo cielo, pensando di volare sulle nuvole e vedere la bellezza di questo mondo dall’alto. Durante un lungo viaggio, che sia in automobile o in aereo, la cosa che più mi piace fare dopo ascoltare la musica, è proprio leggere un libro. Questi per me hanno un forte valore simbolico, in quanto quando non ho la possibilità di viaggiare, mi riportano a rivivere le esperienze che ho impresse nel mio cuore. È molto importante sollecitare la lettura in senso positivo, proprio perché attraverso quest’ultima è possibile viaggiare con la mente, facendo vivere certe emozioni a tante persone che purtroppo al mondo d’oggi, sempre a causa del Covid, ma anche dell’attuale guerra in Ucraina, si trovano nella condizione di povertà. È molto importante ricordare che un gran numero di persone viaggia per lavoro e anche per emigrare, dunque non solo per piacere. Chi viaggia per emigrare, al fine di migliorare le proprie aspettative di vita, in realtà avverte un senso di timore e paura nei confronti del Paese ospitante, si chiede come e se verrà accolto o se troverà lavoro. A tal proposito lo scrittore e giornalista Edmondo De Amicis, nella sua opera intitolata “Sull’oceano”, ha parlato degli italiani che nell’intento di migliorare la propria vita, emigrano a Buenos Aires. O ancora meglio non è errato citare anche Baricco, che nel suo scritto intitolato “Novecento” parla di un trovatello, un pianista, che viveva su un transatlantico, in quanto abbandonato da due genitori emigranti. Dunque rifacendoci al rapporto che hanno lettura e viaggio, ci si può chiedere: esiste qualcosa di meglio del vivere sempre nuove esperienze attraverso la lettura?
Ogni libro che leggiamo, ogni vita che viviamo, ogni Paese che visitiamo, è un passo in avanti verso la conoscenza di noi stessi, ma anche verso la conoscenza del mondo.
Giulia Milella - classe 5^BU Liceo delle Scienze umane "Bianchi Dottula" Bari
La lettura: un viaggio inaspettato
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- Inserito da Lia De Marco
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