IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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“L’umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all’umanità”. Queste sono le parole del famoso John Kennedy, politico e saggista statunitense, che hanno di gran lunga anticipato quello che ad oggi si sta verificando: l’uccisione di tantissimi innocenti, per la sola voglia di potere. E’ il febbraio del 2022 quando quel conflitto, che dal 2014 lacera l'animo di due popolazioni così vicine ma anche dissimili fra loro, scoppia distruggendo ogni cosa…stiamo parlando dello scontro tra Russia ed Ucraina, ma cosa è davvero giusto fare davanti a tutto questo? Ignorare ciò che sta accadendo o intervenire per fermarlo? Agire sembra essere la soluzione più corretta e giusta da considerare per cercare di mettere fine a tutto questo, ovviamente sottintendendo azioni di dialogo e mediazione ed escludendo scontri diretti che potrebbero portare alla morte di altri innocenti. A favore di ciò il semiologo Lotman sottolinea come quella che si sta svolgendo sia una vera e propria guerra criminale, fatta per il piacere di distruggere e per  smania di forza, motivo in più, ribadiamo, per non rimanere inermi. L’estrema indifferenza del popolo russo, raccontata dettagliatamente dal giornalista,mostra l’immagine di una comunità che non ha la forza di ribellarsi o forse è più a favore di quanto si pensi verso questa guerra. Lo racconta uno degli episodi più eclatanti emersi negli ultimi mesi circa la mancata solidarietà verso gli ucraini innocenti torturati e uccisi, quello della moglie del paracadutista russo Roman, la quale invitò il marito a violentare le donne ucraine, pur ricordandogli di utilizzare le dovute precauzioni per evitare gravidanze, ma soprattutto malattie.
Lotman infatti, all’interno dei suoi articoli, sostiene come in realtà ci sia un problema di fondo rispetto a tutto quello che sta accadendo, ovvero uno scarso interesse da parte dell’opinione pubblica russa che probabilmente per propaganda o timore, non solo non reagisce a quanto sta accadendo ma sembra accettarlo passivamente; un motivo in più per spronare l’Unione Europea ad intervenire.
Dall'altra parte però mettersi in gioco significherebbe rischiare di creare una vera e propria guerra mondiale, uccidendo migliaia di persona e rischiando anche la minaccia nucleare. In molti infatti, soprattutto nel pensiero comune europeo, sostengono che sarebbe meglio che lo scontro faccia il suo corso e che le due potenze si scontrino fino a risolvere da sole i loro problemi.
C’è però da ricordare che la Russia non è nuova a queste forme di conflitto, infatti, come ci ricorda l’associazione Memorial Italia, vincitrice del premio Nobel per la pace, dagli anni ‘30 del 900 si istituì il sistema dei campi di concentramento e di lavoro coatto secondo l'orientamento sovietico, i cosiddetti gulag, concepiti per rinchiudere criminali di ogni tipo e  noti soprattutto come strumento di repressione degli oppositori politici negli anni di Stalin, all’interno del quale passarono circa 20\25 milioni di russi. È la stessa associazione a sottolineare, attraverso l’episodio appena descritto, come ci sia una vera  propria errata concezione nella mentalità del popolo russo che non lascia spazio alla pace ma solo alla rabbia, sulla base di cui si richiede, anche in questo senso, l'intervento europeo, nell’ottica di mediazione per poter aiutare la popolazione a liberarsi da pratiche e torture disumane, verso invece un contesto liberatorio di dialogo e pace.
Come affermato nel comunicato di Memorial Italia in merito alle manifestazioni per la pace in Ucraina”, Putin e i suoi stessi collaboratori hanno l'esplicito obiettivo di cancellare l’identità ucraina, distruggendola non solo come Nazione, ma anche come popolo, pertanto non possiamo aspettare che ciò accada senza intervenire.
Per concludere riguardo a questo argomento, mi sento molto in sintonia  con ciò che sostiene Liliana Segre, politica e superstite dell’Olocausto, la quale nel suo discorso, avvenuto il 13 ottobre 2022 al Senato, ha sostenuto che la Guerra in Ucraina è una follia senza fine, dunque la pace è urgente e necessaria, e la via per costruirla passa da un ristabilimento della verità e dalla libertà del popolo ucraino.
La domanda posta all'inizio del testo a questo punto ritorna da noi: è dunque giusto rimanere inermi dinanzi a tutto ciò, lasciando che ogni cosa segui il proprio corso?
Giulia Milella - classe 5^BU Liceo delle Scienze umane "Bianchi Dottula" Bari 

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