C'è uno stato di emergenza perché mancano i letti nelle unità di terapia intensive, manca anche il personale. Il Portogallo è sconvolto da questa terza ondata del Coronavirus dopo aver retto fin troppo bene le prime due. I dati sono abbastanza impressionanti: il 44% delle morti derivanti da coronavirus sono state registrate tutte nel primo mese del 2021.
La stampa tedesca se ne sta occupando perché la Germania ha inviato in Portogallo, su richiesta di Lisbona, una squadra di emergenza della Bundeswehr, quindi dell'esercito tedesco, di 26 persone che cercherà di supportare i portoghesi, nella lotta al COVID 19. L’intervento della Germania in Portogallo chiama in causa un tema fondamentale, quello della condivisione dei vaccini tra i diversi Paesi del mondo.
Lo sviluppo abbastanza rapido nella ricerca scientifica sui vaccini avrebbe dovuto permettere nelle nazioni occidentali di condividere questi ultimi con il resto del mondo, con l'Africa in particolare. L'occidente, però, si è trovato ad affrontare una crisi pandemica che ha messo a dura prova i diversi sistemi sanitari e quindi la sua reazione è stata assicurare prima se stesso, manifestando ciò che ormai viene definito come la sindrome del “me first”.
La mancanza di una strategia complessiva globale sulla pandemia, quello che chiamiamo il “nazionalismo sui vaccini”, avrà dei costi immensi perché renderà molto difficile il contrasto e l'uscita dalla pandemia.
Una notizia dell’ultim’ora conferma la tendenza al nazionalismo degli Stati e la debolezza di una strategia comune europea. L’Austria ha annunciato che si muoverà in autonomia, rispetto all’Ue, per la ricerca e produzione dei vaccini di seconda generazione, collaborando con altri partner, anche non europei.
Francesca Vitale IVBu, Liceo Bianchi Dottula -Bari
