IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Il disastro della Deepwater Horizon avvenuto nel 2010, una piattaforma semisommergibile di perforazione di proprietà della Transocean, una società di servizi per il mondo petrolifero, situata nel golfo del Messico, ha riversato in mare circa 800mila tonnellate di petrolio, che hanno severamente intaccato l’ecosistema marino di quella zona. Gli scienziati dell’Aragonne national laboratory, di fronte all’inesorabile fuoriuscita di petrolio dai tubi subacquei della Deepwater Horizon, hanno pensato di creare questa spugna, capace di assorbire il petrolio e soprattutto di essere riutilizzata. Il materiale scelto è il poliuretano, che è stato modificato in modo chimico, per renderlo oleofilico, ovvero pianificata per stare proprio a contatto con le sostanze oleose.
Il sistema si è rivelato semplice ed efficace. Oleo sponge ha infatti superato tutti i test, sia in laboratorio, che in mare aperto, infatti, Seth Darling, il responsabile del gruppo di ricerca, ha affermato che dopo il suo impiego nel disastro del golfo del Messico la spugna salva-mare potrà essere prodotta su larga scala e che in linea di principio la chimica alla base di questa spugna, potrebbe essere attiva anche su altri agenti inquinanti. Per cui basta veramente poco per salvare il nostro Pianeta.
Alessandra Carrassi, 5AU Liceo Bianchi Dottula - Bari

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