IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

 

La mia prima esperienza di alternanza scuola-lavoro si è svolta nel centro diurno terapeutico riabilitativo “AUXILIUM” (aiuto alla persona). Prima di iniziare il percorso di Alternanza Scuola lavoro presso il centro diurno, la mia classe ha partecipato ad un corso sulla sicurezza, durante il quale l’ingegner Sasso ci ha parlato di come, anche nelle piccole aziende, avvengono gravi incidenti sul lavoro. La prima vera norma realizzata per tutelare il lavoratore è contenuta nel codice civile (art.2087) ed afferma che l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, esperienza e tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e personalità morale del lavoratore. L’intento di questo corso è stato quello di trasmettere un messaggio: il lavoratore va tutelato. Il 7 febbraio 2018 si è svolto il primo incontro con la dott.ssa Pietroforte Marianna, tutor aziendale, e con la dott.ssa Cassano Anna Maria, psicologa del centro diurno. Durante l’ intervento hanno esposto che la nascita di Auxilium è legata alla legge 180, la legge Basaglia che portò alla chiusura dei manicomi e diede vita alle strutture psichiatriche territoriali. La struttura è destinata a persone con disagio psichico, di età compresa tra 18 e 65 anni. La psicologa ha presentato gli interventi riabilitativi che si attuano al centro diurno: interventi di tipo cognitivo, di tipo motorio, strumentali, familiari, espressive-corporee, Ebm, interventi rivolti al miglioramento delle abilità di base, interpersonali e sociali. Il mio primo giorno di Alternanza scuola lavoro al Centro diurno, sono stata accolta calorosamente, non solo dall’équipe socio riabilitativa ma soprattutto dai pazienti i quali si sono resi assertivi nella conoscenza. Mi ha colpito l’attività di tipo manuale, volta alla costruzione degli elementi costitutivi di un plastico su Acquaviva delle Fonti. Insieme agli utenti del centro e ai bambini della scuola Materna statale “Nicola Capozzo” abbiamo dipinto degli alberelli per realizzare “Acquaviva in miniatura”: è stata un’esperienza meravigliosa vedere i pazienti a contatto con i bambini. Oltre alla partecipazione attività ai laboratori, abbiamo partecipato a incontri informativi tenuti dalle consulenti di struttura la dott.sa Appierto e la dott.sa Cassano. Il 27 marzo si è tenuto un incontro di formazione dal titolo “Comunicare è bene, comunicare è meglio”, tenuto dalla dott.ssa Cassano Anna Maria che ci ha parlato delle tre aree che danno vita al “modello bio-psico-sociale": Bio: ognuno di noi ha un patrimonio genetico; Psico: ognuno di noi possiede la propria identità, affettività, pensiero; Sociale: ognuno di noi è condizionato dal contesto-ambientale in cui vive che a sua volta è influenzato dalla religione, lingua, paese di provenienza. La dott.ssa ha parlato anche di “epidemiologia”: branca dell'igiene che si occupa delle modalità d'insorgenza, di diffusione e di frequenza delle malattie in rapporto alle condizioni dell'organismo, dell'ambiente e della popolazione. Al termine di questo intervento ci è stato chiesto di scrivere, in forma anonima, emozioni, sentimenti, perplessità , frutto dell’esperienza fatta al centro. Un’altra bella attività di alternanza è stata quella sulle “emozioni”. L’ èquipe  ha lavorato con gli utenti sulla trama del cartone animato “Inside out”, il quale porta alla luce, attraverso piccoli personaggi contenuti nella mente della protagonista, le quattro fondamentali emozioni dell’essere umano: gioia, tristezza, rabbia, disgusto. Il mio gruppo, insieme alle tirocinanti della facoltà di psicologia e soprattutto ai pazienti, ha colorato una delle emozioni che in quel momento ognuno di noi sentiva di provare. Un’altra attività alla quale ho partecipato è stato l’intervento cognitivo dove i pazienti leggevano una pagina di un libro e, infine, gli educatori, attraverso delle domande, constatavano che tutti i pazienti avessero compreso il significato delle pagine lette. In quest’esperienza ho riflettuto molto sull’importanza di azioni che compio quotidianamente, ma che ho sempre sottovalutato, come quella ad esempio di utilizzare il cellulare o interagire sui social network. Molti dei pazienti non possiedono un cellulare, oppure, anche essendone forniti, non lo utilizzano poiché non sono a conoscenza del funzionamento e della finalità. A tal proposito, gli educatori del centro diurno hanno ideato un’attività chiamata “Contattiamoci” con cui si insegna ai pazienti l’utilizzo del cellulare: come si registra un numero di telefono, come inviare un messaggio, come utilizzare il social whatsapp. Un intervento riabilitativo che mi ha fatto riflettere moltissimo sui miei atteggiamenti è denominato “ Intervento psicoeducativo ” cioè un lavoro sulle abilità di comunicazione efficace (esprimere richieste in maniera positiva, esprimere sentimenti piacevoli e spiacevoli, ascolto attivo) e l'abilità di risolvere i problemi (problem solving). In un esercizio abbiamo simulato una discussione tra pari e ci siamo resi conto di quanto sia negativo il nostro atteggiamento nell’esprimere i sentimenti spiacevoli. In seguito abbiamo simulato lo stesso litigio con l’aiuto del manuale che suggerisce: guarda la persona a cui ti rivolgi; parla in modo fermo e gentile, e dille esattamente che cosa ha causato il tuo sentimento spiacevole; dille che cosa hai provato accettando la responsabilità delle tue emozioni; suggerisci in che modo potrebbe aiutarti a non provare più quel sentimento spiacevole. Abbiamo, successivamente sperimentato anche come esprimere le emozioni positive con il manuale e, in questo caso, esso ci suggerisce: guarda in viso la persona a cui ti stai rivolgendo e parlale con un tono gentile; dille esattamente che cosa ha fatto che ti è piaciuto; dille che cosa provi o che cosa hai provato. In ultimo la dott.ssa Appierto Antonella, psichiatra del centro diurno, ha tenuto l’ultimo incontro di formazione dal titolo “Disturbi psichiatrici e riabilitazione” In questo incontro abbiamo espresso le nostre perplessità: una mia problematica è nata quando non riuscivo a relazionarmi con i pazienti per paura di toccare “tasti dolenti” del loro vissuto: ricordi, emozioni o esperienze che avrebbero potuto causare in loro un disagio. Al termine del progetto la psichiatra ha chiesto ad ognuno di noi una parola che potesse riassumere il nostro percorso all’interno del centro diurno AUXILIUM. Le parole più utilizzate sono state: famiglia, comunicazione, coesione, gruppo, rispetto ed ascolto. Quest’esperienza mi ha insegnato a saper gestire le mie emozioni, a non giudicare “sbagliato” ciò che non conosco ma a cogliere l’occasione per comprenderlo.

Maddalena Accadia VA Liceo Economico-Sociale “Don L. Milani” di Acquaviva delle Fonti (BA)

                                             

                                                                                                                                                                                                                                              

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