IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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“E’ la cultura che dà la sveglia alle coscienze” una delle tante affermazioni di don Luigi Ciotti, che sta incontrando le varie scuole pugliesi per preparare gli studenti e i docenti alla “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, in programma a Foggia il 21 marzo.

Sin da subito don Ciotti ha instaurato un rapporto amichevole con gli studenti; ha risposto senza esitazione e a cuore aperto  a una serie di domande del giovane pubblico presente toccando i punti salienti della sua vita spesa a combattere le mafie e a sostenere gli ultimi. Dal suo discorso, ricco di esempi e inviti a fare di più per il nostro territorio, è emersa la spiccata tenacia e la voglia di combattere che lo caratterizzano.

Agli studenti che hanno chiesto le ragioni della scelta della sede di Foggia come piazza principale per la giornata del 21 marzo, Don Ciotti ha risposto che Foggia è un’emergenza. “Foggia - ha detto il sacerdote – è insieme a Napoli, l’unica realtà in cui si registra ancora spargimento di sangue”.

Con un excursus storico che è partito dalla prima denuncia da parte della chiesa nel 1877 sino agli eventi più recenti, sono state ricordate le vittime trucidate dalla mafia, come Don Pino Puglisi, che scendeva in strada per combattere per i diritti dei giovani ostacolati da organizzazioni criminali.

Il dialogo con gli studenti è stato particolarmente intenso. Don Ciotti ha parlato di mafia, ha parlato di corruzione, di omertà, di superficialità culturale, di dipendenze e dei rischi della digitalizzazione. Ha individuato nella solitudine uno dei mali della società moderna, ha suggerito agli studenti la delicata e vitale strada della relazione. Relazione come cura, come attenzione verso l’altro. Relazione come forza. Don Ciotti ha messo in evidenza la potenza del dubbio che fa crescere le persone perché più sano delle certezze.

In vista della manifestazione nazionale del 21 marzo, il fondatore di Libera ha spronato i giovani a non “fare della legalità un idolo” ossia una parola astratta, svuotata del suo significato e piena di retorica. Ha invitato gli studenti a riempire la parola legalità di contenuti, di vita, di lavoro, di impegno e ha individuato nella responsabilità e nella consapevolezza una valida alternativa alla delega e alla rassegnazione.

Don Ciotti ne è certo: “Il primo vero testo antimafia - ha detto - è la Costituzione Italiana, la legalità non è neppure un valore ma il mezzo per raggiungere l’obiettivo”. La Costituzione non va cambiata ma applicata e rispettata.

Con le parole del relatore, non ci resta che “dimostrare che la nostra terra ed il nostro futuro ci stanno a cuore”. Non bisogna escludere l’altro dalla voglia di cambiare le cose: “Un Noi è sempre meglio di un IO”.

Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi.

F. Cinquino VB Liceo Scientifico, S. Panebarco IVF LES,   I.S.I.S.S. “ Fiani-Leccisotti”, Torremaggiore (FG)

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