IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Di fronte alla violenza inaudita esercitata dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso, dal 1992 - fatidico anno per la nostra Nazione, martoriata da attentati di ogni genere come quelli destinati ai magistrati Falcone e Borsellino - lo Stato e i cittadini ebbero una reazione molto molto forte. Questo portò all’avvio di indagini serrate, all’arresto e alla concretizzazione di processi conclusi con le condanne dei boss e dei loro gregari. Tutto questo avvenne anche e soprattutto grazie all’aumento dei pentiti disposti a collaborare con le Forze dell’Ordine e la Magistratura.
 
Deve essere chiaro che il cambiamento deve gioco forza partire dalle nuove generazioni, da coloro che la storia hanno ancora la possibilità di scriverla e non solo la speranza di correggerla.
 
Il percorso di tutti gli studenti del Liceo “C.Poerio” frequentanti l’indirizzo Economico Sociale, ha avuto inizio a febbraio. Abbiamo avuto la possibilità di visitare una mostra per l’anniversario della nascita della Direzione Investigativa Antimafia. Ad attendere i molteplici gruppi di studenti recatisi sul posto, c’era il comandante della sezione operativa della DIA a Foggia, il Ten. Col. Paolo Iannucci. Avere avuto la possibilità di ascoltare il suo discorso, mi ha fatto comprendere quanto siano fasulle e indegne le considerazioni che la società indirizza, non contro lo Stato, ma contro coloro che lo rappresentano e lo onorano tutti i giorni. 
 
Come nel caso degli uomini di tutte le forze di pubblica sicurezza dispiegate sul territorio nazionale. Mi è bastato poco per comprendere quanto quest’uomo tenesse, non a mostrare quanto fosse efficiente il suo reparto operativo, ma al fatto che tutti i ragazzi presenti comprendessero che le mafie distruggono il nostro bel Paese. 
 
Il nostro percorso ha avuto modo di svilupparsi in un successivo incontro, questa volta presso l’Università degli Studi di Foggia, a cui hanno partecipato alcuni studenti del LES.  Anche in questa occasione, abbiamo avuto modo di ascoltare il discorso del Col. Iannucci. 
Allora, mi piacerebbe proporre a tutti i gentili lettori, la stessa domanda che ho posto al Colonnello quel giorno: “Quanto è importante la sensibilizzazione per le nuove generazioni ? “ 
Ecco… questo tema finisce sempre per riproporsi, ci sarà un motivo? Forse dovremmo, tutti, rifletterci su. 
 
Credo però, che l'evento più sorprendente, sia stato in realtà il terzo incontro. “Addirittura” ho sentito dire da molti, la nostra scuola è stata contattata dalla DIA per un incontro a cui ha partecipato i rappresentanti d’Istituto e 3 alunni del Les che si sono distinti in un progetto sulla legalità. Perchè addirittura? Certo è stato un grande onore per noi tutti poter ospitare Il Colonnello e tutti gli esperti della DIA nel nostro Liceo.
Rispondo io il perchè dell’ addirittura. Perché nella coscienza collettiva, purtroppo, nel tempo si è radicata una mentalità sbagliatissima… Di Istituzioni lontane o inesistenti… 
 
Questa è la dimostrazione del contrario, tutto sta nel dare dei segnali alle istituzioni tutte, che noi ci siamo! In fin dei conti noi abbiamo fatto questo, abbiamo sin da subito manifestato la volontà di proseguire l’interlocuzione e il percorso di apprendimento intrapreso con la DIA, e loro hanno colto il nostro messaggio, chiedendo di incontrare tutte le classi del Liceo Economico Sociale. Per questo, non abituiamoci a dire “addirittura” se le istituzioni mostrano la volontà di  entrare in contatto con la società… 
 
Proprio in questo terzo incontro abbiamo avuto modo di comprendere quante potenzialità abbia la nostra terra e la nostra città, e di constatare come chi non si è arreso alla violenza silenziosa dell’omertà, come Giovanni Panunzio ad esempio, abbia messo in seria ed enorme difficoltà la mafia. 
 
L'excursus degli eventi esplicato sino ad ora porta ad una conclusione ben precisa: Quella che ci porta ad affermare “abbiamo vinto noi ”, “abbiamo vinto noi sulla mafia”, almeno nel nostro piccolo.
 
Nel primo incontro abbiamo ascoltato chi combatte tutti i giorni, costantemente, i componenti di queste organizzazioni. Nel secondo, è partito l’impulso della sensibilizzazione che ha raggiunto l’apice massimo nell’ultimo incontro. E proprio qualche giorno fa, una casa espropriata a una famiglia mafiosa, in terra di Capitanata, è stata intitolata all’imprenditore Panunzio.
 
Perchè abbiamo vinto noi?? Perchè in tutti questi mesi, durante questo percorso, se solo si sarà riuscito a far aprire gli occhi a un solo studente - e io credo che siano invece molti i ragazzi che grazie a questi incontri abbiano avuto modo di svegliarsi - allora sì, potremo affermare con fermezza che abbiamo vinto noi: Ogni mente aperta corrisponde a una vita sottratta alla mafia. 
Durante la consegna ufficiale dello stabile, in memoria dell’imprenditore Giovanni Panunzio, di tutte le considerazioni esplicitate, quella più significativa ci è sembrata quella dell’Onorevole Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia: 
 
…”Se una società non soddisfa la domanda di giustizia, che è fondamentalmente domanda di verità, significa che quella società, ahinoi, è gravemente malata. In relazione ai doveri che ognuno di noi ha nei confronti di se stesso ma anche della comunità di cui è parte, tutti noi nel nostro piccolo dovremmo contribuire prima di tutto a salvare la nostra terra dalle grinfie della criminalità organizzata. A parole nessuno è mafioso, ma se nessuno è mafioso contro chi combattiamo allora? 
Le mafie non sono più com’era all’inizio soprattutto violenza e intimidazione, ma sono soprattutto corruzione e compiacenza. Qui, possiamo anche dichiararci assolti, ma se non lavoriamo in un certo modo, siamo tutti coinvolti… Quante volte pur sapendo, si fa finta di non sapere e si conferma la fiducia a chi invece lede i nostri diritti… 
 Gli esecutori sono molto più facili da individuare, i mandanti, un pò di meno.
…E noi continuiamo ad accanirci con il 416 bis, cioè con gli affiliati. Ma ormai, questo lo sanno anche le pietre, è molto molto più rilevante il 110, il cosiddetto concorso esterno. Io mi avvalgo dell’opera criminale dell’associazione senza però affiliarmi alla stessa, faccio fare il lavoro sporco da quel signore, e poi torno ad avere coscienza pulita, linda e pinta. Non va bene, non va per niente bene…
La sfida, è evidente, ci impegnerà per decenni
Sempre che si voglia combattere… Perchè combattere non è semplice…”
 
Il Ten. Col Iannucci, che noi ringraziamo ancora una volta assieme a tutti i componenti della DIA per averci dato la possibilità di partecipare a questi incontri così importanti lungo l’arco di tutto l’anno scolastico, ci aveva chiesto di fare qualcosa tutti assieme…
Di dare un segnale.  E noi vogliamo darlo proprio tramite questo video, e vogliamo urlare che qui noi del LES la volontà di aprire la mente e gli occhi c’è l’avevamo, e infatti li abbiamo aperti…
Ed è per questo, che abbiamo vinto noi!!
 
Nicolò D'Elia IVBE, Liceo Poerio -  Foggia
 
 

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