IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Titubante, ho iniziato a leggerlo, ed è stato per me l’aprirsi di un mondo sportivo a me prima sconosciuto e, soprattutto, ho scoperto un modo per affrontare positivamente le diversità. Spesso infatti la diversità è vissuta in modo drammatico, conoscere pertanto la storia di personaggi che ce l’hanno fatta superando anche, probabilmente, le loro stesse aspettative, può essere di incentivo a chi si trova in difficoltà.
Beatrice Vio, conosciuta come Bebe Vio, aveva solo undici anni quando le è stato diagnosticato il Meningococco C, malattia che le ha causato l’amputazione delle gambe, delle braccia e ferite gravi in tutto il corpo. Era un’atleta di scherma ma dopo la malattia non sapeva come avrebbe potuto continuare. Poi, qualche mese dopo, provò quasi per gioco la scherma in carrozzina e ritrovò la felicità. Dopo aver partecipato a tantissime gare e ricevuto moltissimi premi, ha raggiunto il traguardo da sempre sognato: le Olimpiadi di Rio 2016, stesso anno del suo esame di maturità! E non solo ha partecipato, ma ha anche vinto un oro nella scherma individuale e un argento nella scherma a squadre, medaglia a lei più cara perché l’ha ricevuta grazie all’aiuto delle sue compagne. Stessa situazione per Alex Zanardi, idolo d Bebe, ex-pilota di Formula che, nel 2001, a causa di un incidente durante una gara, rischiò di morire per dissanguamento poiché un’altra vettura colpì la sua tranciandogli di netto gli arti inferiori. Ma lui non si è arreso, ed oggi è campione paralimpico di handbike. Potrei citarne tantissimi come Monica Contrafatto, bersagliere che, a causa di un attentato nel 2012 in Afghanìstan ha perso una gamba, ma questo non l’ha fermata ed oggi partecipa a gare di corsa nella squadra dell’Esercito Italiano; oppure Giusy Versace, che ha causa di un incidente in auto ha perso entrambe le gambe e anche il lavoro. Oggi è una campionessa paralimpica dei 100 e 200 metri, ha anche vinto nella trasmissione “Ballando con le stelle” in coppia con Raimondo Todaro. Quindi, lo sport visto come terapia e trampolino di lancio per una nuova vita, aperto a tutti ed è bello pensare che nel 2020 un paese come il Giappone ospiterà le Olimpiadi e le Paralimpiadi! Come mai è così sorprendente? Poiché in Giappone, per motivi culturali si crede che nascere con una disabilità sia conseguenza di gravi errori commessi in una vita passata, e perciò la disabilità è considerata una punizione meritata. Ma anche chi diventa disabile a causa di un incidente, subisce la stessa discriminazione e viene tenuto nascosto a casa. Per cambiare questa mentalità, i giapponesi si stanno impegnando moltissimo; le Paralimpiadi di Tokyo saranno spettacolari e molte aziende giapponesi si sono offerte come sponsor ufficiali. Tra queste la Toyota, che sarà testimonial fino al 2024. E non è l’unica!
“Cambiare può essere traumatico, ma è stupendo, dà la possibilità di ricominciare, di provare cose nuove e costruire una nuova felicità!”(Cit. Bebe Vio)
Marina Chantal Lattanzio 2Au Liceo Bianchi Dottula - Bari

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