IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

Cari ragazze e ragazzi, vorrei raccontarvi di una mia esperienza che mi ha permesso di capire che  la matematica e la fisica, in fondo, non sono poi tanto male.
Sicuramente mi reputo una persona  fortunata per aver avuto accanto nel mio percorso scolastico la prof.ssa Salvemini la quale,  oltre a insegnare le sue discipline con un istinto materno… alla fine di questi cinque anni è riuscita a trasmettermi l’amore per esse.
Non credo sia un caso che abbia cercato di accompagnare le sua lezioni a contenuti multimediali o a video di fisica anche divertenti, ma sicuramente il suo intento era quello di farci comprendere che la matematica e la fisica non sono discipline che si limitano allo svolgimento di alcuni esercizi, ma è grazie a loro se riusciamo  a spiegarci quello che accade nell’universo, come affermava Dirac e tanti altri prima di lui.
Molti di voi avranno sentito parlare di Dirac o  hanno un tatuaggio con questa formula  (d + m) ? = 0 , il Principio di Bellezza estendibile ai sentimenti umani…pura magia.
Ma vi siete mai chiesti cosa ha spinto Dirac a scoprire tutto questo?
Tranquilli ! se siete curiosi, cercherò di spiegarvelo.
Facciamo  un passo indietro nel 1972 quando una straordinaria compagnia di fisici si riunì a Trieste per celebrare il settantesimo compleanno di Dirac, in questa occasione egli venne denominato come “mente classica nella scienza del Novecento”.
Le caratteristiche distintive di una mente di questo tipo sono: la lucidità del pensiero e uno spiccato senso estetico.
Dirac sosteneva che la scienza dovesse obbedire a rigorosi canoni estetici, infatti i modelli di un matematico, come quelli di un pittore o di un poeta, dovevano essere belli;  le idee, invece, denominate da Dirac  “archetipi del mondo”, come i colori o le parole dovevano legarsi in modo armonico.
La bellezza per Dirac era il requisito fondamentale poiché al mondo non c’è spazio per la matematica brutta!
Nel campo della fisica teorica la posizione di Dirac è quella di un ricercatore che tenta di scoprire le leggi fondamentali della Natura attraverso la bellezza matematica.
Dirac era convinto che se si fossero cercate equazioni dotate di bellezza con una certa dose di una solida intuizione, si sarebbe giunti sulla strada del progresso.
Il principio di bellezza matematica era per Dirac una credenza fondamentale a cui tutti i fisici e matematici dovevano far riferimento poiché nel contesto della scoperta, la bellezza determina la direzione; nel contesto della giustificazione ,la bellezza è la qualità che permette di giudicare la validità di una teoria.
Il risultato di questo modo di procedere è una teoria di grande eleganza e semplicità.
Per Dirac la fisica e la matematica pura stavano diventando sempre più strettamente collegate, sebbene i loro metodi sembrassero differenti. Si può descrivere la situazione dicendo che il matematico partecipa ad un gioco di cui inventa le regole, mentre il fisico partecipa ad un gioco le cui regole sono fornite dalla Natura, ma con il passare del tempo diventa sempre più evidente che le regole che il matematico usa o trova interessanti sono le stessa che ha scelto la Natura.
Nello studio dei fenomeni naturali il fisico ha due metodi per compiere progressi:
-il metodo dell’esperimento e dell’osservazione
-il metodo del ragionamento matematico
Ma come dicevo prima in particolar modo, a Dirac si deve l’idealizzazione del principio di Bellezza con l’equazione:
(d + m) ? = 0 ove m indica la massa del sistema considerato, d è una variabile,  ? è la funzione d’onda che descrive lo stato fisico del sistema, considerando che il quadrato di questa funzione indica la probabilità che l’evento si verifichi in un determinato spazio.
L’equazione di Dirac è l’equazione più bella della fisica, si pensa sia possibile estenderla ai sentimenti umani; poiché grazie ad essa si descrive il fenomeno dell’entanglment quantistico.
 Il principio  afferma che “se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati , non possono più essere considerati come due sistemi distinti, ma in qualche modo diventano un unico sistema.
In altri termini ,quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.”
 Mi sono appassionata a tutto questo in modo casuale…cercando un libro nella Biblioteca Nazionale a Bari…
Cari ragazzi il mio consiglio è quello di fare un uso consapevole del tempo di cui ognuno di noi ha a disposizione, non limitatevi alla semplice apparenza, cercate di andare a fondo, cercate di scoprire la bellezza di tutto quello che ci circonda e se potete attraverso la bellezza del metodo matematico.Con affetto Viviana

Viviana Ranieri, 5Cu a.s. 2017-2018, Liceo Bianchi Dottula - Bari

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