IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

E' il pomeriggio del 27 maggio e non sapendo cosa fare, stanco per il caldo e per la scuola, decido di sdraiarmi sul divano per riposarmi. Chiudo gli occhi. Non riesco a prendere sonno.

00Penso ad occhi chiusi. E' da un po' di giorni che in televisione e nei social non si parla altro che della terribile e dolorosa tragedia riguardante l'incidente della funivia Mottarone avvenuto il 23 maggio: sulle pendici del monte Mottarone si rompe di netto uno dei cavi portanti della funivia e la cabina si stacca, nonostante i sistemi di sicurezza, schiantandosi al suolo. I morti sono 14, l'unico sopravvissuto è un piccolo bimbo di 5 anni, Eitan, operato per ridurre le fratture alle gambe e ora in lotta per la vite nel reparto di rianimazione. Nella caduta Eitan ha perso la mamma, il papà e il fratellino. Secondo i medici si è salvato grazie ad un'abbraccio protettivo del padre, probabilmente di corporatura robusta. Secondo le indagini il 'forchettone', ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non è stato rimosso per evitare disservizi, blocchi della funivia e quindi perdere soldi dopo il lungo periodo di stop a causa del lockdown. Quando realizzo che 14 persone, che 14 sorrisi sono stati spezzati per il vile denaro mi domando come sia stato possibile arrivare questo punto. E' questo il mondo che abbiamo scelto? E' questo il mondo che abbiamo edificato? Cosa c'è oltre quel desiderio di smisurata ricchezza? Oppresso da pensieri e tormenti mi viene in aiuto una certa figura, una figura a me molto cara e tanto amata: Aldo Moro. In quell'attimo mi torna in mente la scena in cui Aldo Moro, nell'Università di Bari, tenne la sua prima lezione. Entra in aula, saluta e dice: "La persona prima di tutto". Frase più bella non poteva essere detta. Forse in questo momento abbiamo più che mai bisogno di questa frase. In un mondo in cui si sfrutta il prossimo per il proprio interesse, in un mondo in cui il ricco sfrutta il povero, in una società che vede l'uomo come mezzo e il denaro come fine, gente disposta ad uccidere per dei pezzi di carta. Nel nostro mondo abbiamo ancora bisogno di un Aldo Moro che ci dica che la persona viene prima di ogni altra cosa. Dobbiamo rivedere la nostra società, riscoprire il nostro rapporto con il prossimo e ripensare all'importanza delle cose e delle azioni. Tuttavia il dio denaro anche in questo caso non è riuscito a trionfare sulla vita: finchè quel bambino riuscirà ad urlare, a piangere e a ridere ci sarà ancora speranza per questo mondo.

Francesco Ciullo, IV A ES

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