Vengono da cinque paesi differenti, paesi “stranieri”, le donne che hanno deciso di raccontarsi a due antropologhe: Elisa Amoruso e Maria Antonietta Mariani. Vengono da paesi differenti come: Bulgaria, Tunisia, Cina, paesi insomma che il più delle volte presentano contrasti civili o guerre ideologiche ed è per questo che moltissime persone sono costrette a lasciarli, in cerca di una vita migliore. Il più delle volte, soprattutto nel nostro paese dai forti flussi migratori, si pensa ai migranti come ad una parentesi negativa che porta via lavoro e denaro dello stato e dei cittadini; non apprezziamo però i loro sforzi e sacrifici e soprattutto la loro audacia e la tenacia con cui hanno abbandonato tutto per cercare di dare un senso alla loro vita e garantirsi un futuro degno, che ogni persona ha il diritto ad avere. C’è anche chi ha avuto successo, come ad esempio una donna tunisina: Siheim Zrelli gestisce una casa di riposo per anziani ed è presidente dell’associazione “Palma del Sud” che aiuta i poveri oppure Fenxia “Sonia” Zhou, proprietaria dell’Esquilino, uno dei ristoranti cinesi più importanti della capitale.
E ancora: bloccate dalla guerra nell’ex Jugoslavia, Ana Laznibat e Ljuba Jovicevic, ora proprietarie della galleria d’arte Atelier (Roma), luogo d’incontro tra culture diverse e importante crocevia di artisti internazionali.
Esempi di Donne che sono riuscite a prendere in mano la loro vita.
Alessandra Ippolito, III A – Liceo “Ilaria Alpi”, Rutigliano (BA)