IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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A Putignano, in provincia di Bari, come di consueto in questo periodo dell'anno, si festeggia il Carnevale con le celebri sfilate di carri allegorici che percorrono il corso principale del paese. Maschera simbolo dell'evento è, come sempre, il giullare Farinella, con il suo immancabile cappello a tre punte e il cui nome si identifica con l‘omonimo piatto tipico locale.
Le sfilate si sono tenute il 24, il 30 gennaio, il 7 e il 9 febbraio, e hanno visto protagonisti sette carri realizzati da varie associazioni. Il tema scelto per le sfilate di quest'anno era la diversità, che i carri hanno rappresentato nelle più svariate forme, riuscendo a toccare temi sensibili come le differenze religiose, razziali ed economiche.
Soggetti di alcuni carri, realizzati da esperti artigiani e cartapestai di Putignano, sono stati personaggi famosi come Charlie Chaplin, Totò, e anche il gigante Gulliver, protagonista del romanzo di J. Swift. Al passaggio tra un carro e l'altro, si sono avvicendati gruppi di ballo mascherati che hanno dato espressione alla diversità sotto vari aspetti, alternando danze tipiche di vari popoli e gruppi di ballo composti da membri di tutte le età.
La sera del 9 febbraio, dopo l'ultima sfilata e l'assegnazione del premio al carro più bello, come da tradizione, si sono avvicendati il "Funerale del Carnevale" e la "Campana dei Maccheroni", entrambi simbolo della fine delle festività carnevalesche, nonchè momenti di sfarzo e sfrenatezza precedenti il digiuno quaresimale.
La prima e la terza giornata delle sfilate hanno ottenuto un enorme successo di pubblico, con esaurimento dei biglietti. Nel massimo spirito di celebrazione della diversità, sui carri hanno sfilato anche persone di varie etnie.
La "Fondazione Carnevale di Putignato" è nata nei primi anni Novanta, ma la festa del carnevale di Putignano ha origini remote, risalendo al Medioevo, quando nel 1394 il Paese fu scelto come meta per il trasferimento delle reliquie di Santo Stefano. In quella occasione i contadini, con il volto imbrattato di farina, recitarono in vernacolo satire e scherzi in onore dell'evento (così narrano le antiche cronache).
A partire dai primi decenni del Novecento, quando i carri furono utilizzati come allegorie dell'egemonia fascista, il Carnevale, da festa contadina, è diventato l'evento culturale e satirico che oggi conosciamo.

Pablo Traversa classe III^ A Economico -sociale Liceo Bianchi Dottula

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