IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Guardarsi allo specchio e non riconoscersi. Guardarsi allo specchio e titubare sulla propria identità. Quando ci troviamo dinanzi a quell’amata quanto odiata superficie riflettente, infatti, non possiamo far altro che osservare mani intente a modellare il nostro spirito, a miscelarlo con gli sbagli, le parole troppo a lungo taciute, le gioie ed i dispiaceri.

È una sorta di miscela esplosiva di ciò in cui, volontariamente o involontariamente, siamo inciampati nell’intricato sentiero della vita. E’ il connubio perfetto di tutte le storie che abbiamo vissuto, al fianco di persone reali o semplicemente di personaggi inventati, magari misteriosi, esuberanti, a volte vili, altre intrepidi. Personaggi che si sono infiltrati sotto pelle, che abbiamo apprezzato e a volte rinnegato, quasi odiato, ma da cui è stato davvero complicato separarsi alla fine della narrazione. Personaggi di libri dalle forme sempre varie e vaste, così vaste che ci si  perde al solo pensiero. Libri che possono essere porto: tutto abbracciano, tutto stringono. Contengono parole che hanno il fine di ancorare, di emozionare, di ferire, di aiutarci a scoprire noi stessi o, magari, ad inventarci. Dobbiamo semplicemente lasciarci travolgere dal fiume impetuoso dei termini, lasciare alle sue acque la libertà di modellarci come ghiaia e di sconvolgerci, pur mantenendo intatta la nostra consistenza. È una specie di gioco d’azzardo in cui si rischia il tutto per tutto, in cui ci si appresta a dare e a ricevere, a ferire e ad essere feriti. Perché dinanzi all’amenità di un classico non si può restare indifferenti. Non si può restare in superficie per paura di leggere tra le righe, di riconoscersi e prenderne coscienza o di esser toccati troppo nel profondo. La bellezza, d’altronde, nasce sempre dal dolore. Esattamente come la perla nasce dalla resistenza di un mollusco all’aggressione di un predatore esterno, il quale, invidioso dell’armonia del suo essere, vuole sopraffarlo. “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire. […] Il tuo classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto o magari in contrasto con lui.” È proprio in questi termini che Italo Calvino si è espresso a riguardo della classicità. Di quell’enorme bagaglio culturale, estremamente personale, che, se scandagliato a fondo, può aiutarci a delineare chi abbiamo di fronte. Ognuno di noi, infatti, porta con sé il “proprio” classico. Quel libro che lo ha ammaliato, convinto, disorientato, trasformato. Quel libro che ha demolito i suoi castelli di carta, quelli che, faticosamente, si cercava di far stare in piedi. Come è stato “Il ritratto di Dorian Grey” di Oscar Wilde, per me. Un classico in piena regola, che prende l’essenza della vita e la argina in poche pagine, quasi come fosse naturale, scontato. Il tema della bellezza che ricorre. Quella bellezza che si vuole preservare affidando all’arte, pura espressione del reale, l’amaro compito di invecchiare. Personaggi ingenui ma dalla personalità complicata e personaggi esuberanti che, nonostante possa far male, sono sempre lì, pronti a rivelare quelle crude verità che si cerca di rinnegare. L’esser convinti di conoscersi ma non sapere niente sul proprio conto. Il rendersi conto di essere, nel contenuto, un’imitazione. E’ un romanzo creativo, che distrugge per creare, che affronta i drammi della vita partendo dal dolore e giungendo al bene. È un romanzo che ti insegna ad affrontare l’esistenza, a confrontarti con persone che, senza mezzi termini, ti sputano in faccia la realtà. I classici, quindi, qualsiasi essi siano, devono essere portati in tasca, letti e riletti. Devono sostituirsi al vuoto di quei beni materiali da cui siamo accecati, da cui crediamo di dipendere inevitabilmente. Alla fine, infatti, dobbiamo essere proprio noi ad assumere le sembianze di quel libro, modellandoci sulle sue forme delicate, adattandoci ai suoi spigoli pungenti.

Chiarella Eleonora, III A/ SU
Liceo Classico,Linguistico e delle Scienze Umane "F. De Sanctis" - Trani

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