IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Ma la memoria è vita e l'uomo è fatto per la vita. Ma significa lasciare "eredità d'affetti" e Giuseppe Impastato lo ha fatto. Meglio noto come Peppino, è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, nato a Cinisi nel 1948 da una famiglia mafiosa. A soli 15 anni rimase fortemente traumatizzato a causa della brutale esecuzione dello zio, Cesare Manzella; il giovane disse "se questa è la mafia allora io la combatterò per il resto della mia vita". E questo fu proprio ciò che fece. Ben presto ruppe i legami con il padre e con il potere mafioso e fondò Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denunciava i mafiosi locali,i quali operavano con la complicità dei politici: durante il suo programma "onda pazza" parla dei due grandi capi Tano 'seduto' ( Gaetano Badalamenti) e Geronimo Stefanini, sindaco di mafiopoli". Ed è proprio a causa di tali denunce che il 9 maggio del 1978 fu assassinato, da qualcuno che gli era distante solo 100 passi, con cui condivideva città, spazi.. perchè ha avuto il coraggio di dire quello che tutti sapevano, ma che nessuno osava dire. Perchè la mafia in Italia non esiste, la sola parola è bandita. La mafia in Sicilia è un' istituzione, regola i rapporti umani, dispensa "giustizia", fissa i confini. Peppino questo lo aveva capito; ma aveva anche capito, come lui stesso affermò, che se "la mafia uccide, il silenzio pure" lo fa. E se le parole e la loro potenza le fanno paura, allora si devono utilizzare. Peppino sapeva che sarebbe stato ucciso, ma ha continuato, nonostante fosse (apparentemente) solo, perchè sapeva che la vita non ha senso se si ha paura di una minaccia, di un fucile o di una bomba...  Il giorno del funerale dell'eroe si è presentata una grande folla di giovani, provenienti da tutta la Sicilia, ma chi non si è presentata è stata proprio la gente della sua Cinisi. I cori "Peppino è vivo e lotta insieme a noi, le sue idee non moriranno mai" sono stati però sentiti da tutti, presenti e non; e continueranno ad essere sentiti "finchè il Sole risplenderà su le sciagure umane" (Foscolo, Dei sepolcri,vv. 294-295)

Eliona Lekli, 4B/es, Liceo "E. Palumbo"

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