IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Secondo molti studiosi, come il filosofo e teorico della letteratura bulgaro Tzvetan Todorov, la nostra identità di uomini moderni si è formata nei decenni che hanno preceduto la rivoluzione francese, grazie a un movimento culturale, l’Illuminismo, che ha toccato la filosofia e la politica, le scienze e la letteratura. Questo movimento era profondamente rivoluzionario per un secolo, il Settecento, in cui si era appena usciti dall’epoca degli assolutismi.

I sovrani avevano sfruttato la religione per imporre il proprio potere, ed essere considerati essi stessi diretti discendenti della divinità. Il Seicento era stato ricco, inoltre, di superstizioni e credenze, che non avevano alcun fondamento scientifico. A tutto ciò i filosofi reagirono dando vita all’Illuminismo, con lo scopo di creare un nuovo modo di vedere le cose, solo attraverso la ragione: Voltaire, Kant, Montesquieu, Diderot, Beccaria e tanti altri grandi intellettuali, tutti riuniti in una lotta contro l’assolutismo, le vecchie ideologie e i pregiudizi. Essi rivendicavano l’autonomia individuale, la libertà e la tolleranza, gridando a tutto il mondo attraverso i loro appassionati testi. Perché l’uomo non sarebbe mai stato libero, senza distaccarsi dai dogmi che lui stesso aveva creato. Non sarebbe mai potuto uscire dallo stato di minorità, senza pensare autonomamente. <Sapere aude!>, affermava Kant, e cioé: abbi il coraggio di sapere! Ragiona! Pensa! Non basarti sui pregiudizi! Non parlare con le parole altrui! Serviti della tua propria intelligenza! <La tolleranza è essenziale>, sosteneva Voltaire, questo perché siamo tutti fratelli. Nonostante la provenienza, la razza, la lingua, siamo tutti figli dello stesso Dio. Siamo uguali! <Liberté, Égalité, Fraternité> era, infatti, il motto dell'Illuminismo e della rivoluzione francese. <Non deve essere più l'autorità del passato a orientare la vita degli uomini, ma il progetto che essi hanno sul loro avvenire>, afferma Todorov. Siamo autonomi, quindi. Siamo liberi, indipendenti. Ciascuno sceglie e decide in autonomia, a detrimento di quanto ci viene imposto da un’autorità esterna. Noi uomini moderni siamo, dunque, figli dell’Illuminismo, dopotutto viviamo in democrazia, no? In realtà, purtroppo, non siamo affatto liberi. La lotta degli intellettuali non è stata certo vana, ma ancora oggi non riusciamo a sfruttare pienamente la nostra autonomia. Si ha paura, quando si è liberi. È per questo che ancora oggi siamo legati ai dogmi religiosi. Viviamo in democrazia, ma non ci rendiamo conto che le nostre menti sono controllate più che mai. <Uccido nel nome di Dio>. <Giudico, perché lui non crede a quello in cui credo io>. In realtà, facciamo solo questo, giudichiamo. Gli intellettuali del Settecento cercavano di creare menti “illuminate”, ma in realtà le nostre menti sono ancora molto buie. Ancora oggi non si riesce ad accettare il “diverso”. Razzismo, xenofobia, intolleranza, discriminazione, disuguaglianza, non sono forse termini drammaticamente attuali? Dobbiamo capire che non siamo una stanza chiusa, esistono tantissime cose lontane da noi, che non possiamo spiegare né condividere, ma non per questo dobbiamo negarne l’esistenza. Siamo una finestra aperta, dobbiamo poter accettare anche le cose che ci fanno paura, forse poi non ne avremo più. Dobbiamo capire, ancora, che oltre i limiti, c’è l’infinito.

SALOME GELASHVILI - CLASSE 4^C LES</p>"

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