IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Molti sono stati i casi di cittadini condannati per omicidio, quando, nel corso di un furto in casa, si sono difesi ricorrendo all’utilizzo di un’arma da fuoco, legalmente detenuta. Esasperati e senza punti di riferimento, molti sono ricorsi alle ronde fai-da-te, costituite da privati cittadini che, a piedi o con l’ausilio di un’auto, perlustravano i borghi e le strade, al fine di controllarli. È interessante sapere che, prima della legge n. 94 del 2009, disciplinata dal D.M. 8 agosto 2009, tutte le ronde risultavano fuori norma, in quanto non disciplinate dagli organi competenti. È una figura controversa quella degli “osservatori notturni” : c’è chi teme che possano nascondere al loro interno gruppi di violenti, in cerca di gente da picchiare, addirittura qualcuno invoca lo “squadrismo politico”;  tuttavia è bene ribadire che le associazioni in questione, così come tutti i volontari, sono iscritti in elenchi prefettizi, preventivamente controllati, al fine di evitare qualunque abuso e/o problema. I volontari, inoltre, sono vincolati a rigidi requisiti tra i quali una formazione di 20 ore (acquisita seguendo un corso) e l’assenza di precedenti penali. Essi si organizzano svolgendo il loro servizio a turno serale, percorrendo i borghi e le strade. Sono dotati di casacche di colore giallo fluorescente, di torce e di telefono, quest’ultimo utile a comunicare alle forze dell’ordine eventuali presenze di macchine o individui sospetti: tutto ciò ha scoraggiato le azioni criminali. 

Da dove nasce l’idea della ronda?

Il termine nasce nel XVI° secolo e deriva dal latino “rotundus”, ossia rotondo, ed indicava il percorso circolare o comunque chiuso, compiuto dalle ronde. Nell'Età antica e nel Medioevo, anche negli edifici costruiti a scopo difensivo-militare venivano compiute ronde e per questo l'architettura stessa di castelli e roccaforti prevedeva l'esistenza di stretti camminamenti opportunamente protetti per le ronde delle guardie e delle sentinelle. Venivano definite ronde anche quelle effettuate su percorsi rigidi e circolari, come quelli praticati dai detenuti durante la fruizione dell'ora d'aria. Nell'ambito delle forze armate italiane, si definiva "ronda" una pattuglia di militari, in genere tre, guidati da un graduato o un sottufficiale, che girava per una città nelle ore serali, al fine di controllare che i soldati  fossero regolarmente in libera uscita e che si comportassero correttamente. Dopo la sospensione delle chiamate al servizio militare di leva in Italia, il termine è divenuto familiare con le associazioni di osservatori volontari. Un’alternativa a queste associazioni sono gli istituti di vigilanza privata e le persone che si abbonano al servizio sono in continua crescita come ad esempio i gruppi di famiglie che abitano nella stessa zona da vigilare. Non è raro ormai notare, la sera,  le vetture in dotazione a questi istituti, con a bordo guardie particolari giurate (GPG), che stanno assumendo un ruolo sempre più importante dal punto di vista sociale, in considerazione del fatto che sono presenti presso ospedali, sale giochi, metro, cinema. La loro figura affianca ormai quella delle forze di polizia. I vigilantes che eseguivano la sorveglianza notturna nel vicinato, grazie alla loro professionalità, si sono guadagnati l’appellativo di “guardie di quartiere”, termine che ricorda le figure scomparse del poliziotto o carabiniere di quartiere. L’espletamento della loro attività risulta oramai molto importante nella società di oggi dove la criminalità e la consumazione dei reati predatori non accennano a diminuire, in particolar modo nei fine settimana e nei periodi delle particolari festività.

Matteo Bellina VA Liceo Economico-Sociale “Don L. Milani” di Acquaviva delle Fonti (BA)

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