IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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Un Grasso NO alla Mafia. Lunedì 9 maggio 2016, il Presidente del Senato Pietro Grasso ha incontrato i ragazzi dell'I.I.S.S. Da Vinci-Majorana a Mola di Bari, presso la Chiesa Sacro Cuore. L'evento, organizzato da Padre Giuseppe De Stefano, si è svolto in occasione di Eternamente, l'annuale memorial in ricordo di Vincenzo Fontana, un ragazzo molese prematuramente scomparso.

Quel che aveva di fronte Grasso, non è stato altro che un pubblico affascinato e sentimentalmente coinvolto dalle sue parole, colme di umanità, cultura, umiltà e garbo. Non il solito monologo che ci si potrebbe aspettare da un politico, non il noioso mucchio di parole buttate a caso per spendere due ore davanti a una folla udente. Un discorso interessante e scorrevole sulla mafia, la criminalità organizzata, il sunto di un'esperienza di vita a contatto con gente poco raccomandabile.
Il Presidente ha raccontato ai ragazzi, come se fossero suoi figli, cosa ha significato per lui essere un magistrato, poi un giudice, scrivere la sentenza del maxi processo che ha portato all'arresto di centinaia di mafiosi. Una vita stravolta, relazioni affettive azzerate, annullate, la costante lotta contro il tempo, cercando di impedire che la scadenza dei tempi di processo arrivasse, facendo cadere gli atti in prescrizione. Con voce risentita, quasi commossa, egli riporta un avvenimento accaduto alla sua famiglia subito dopo aver assunto l'incarico nel maxi processo: un pomeriggio era a lavoro, sua moglie a casa e suo figlio era appena uscito per recarsi in palestra. La moglie sente il citofono suonare e una voce le mormora: "I figli si sa quando escono, ma non si sa se ritornano." Un pugno nello stomaco, un colpo al cuore, uno schiaffo in pieno viso non sono nulla in confronto. Ed ancora più difficoltoso è il dover mantenere un comportamento giusto, lecito, superiore, indifferente dinanzi a questi vergognosi atti.
E se ora ci venisse chiesto cos'è per noi la mafia, risponderemmo che essa è barbarie, ignoranza, indecenza, violenza, illegalità. Invece Salvo Riina, figlio del più grande boss di Corleone, Totò Riina, durante l'intervista condotta da Bruno Vespa a Porta a Porta, dichiara:"Non me lo sono mai chiesto. Penso che sia una cosa ..non lo so, non ho una risposta precisa, nel senso cosa sia la mafia. Oggi la mafia può essere tutto e nulla." Un'offesa per chi per mano della mafia ha perso la vita, è stato privato della propria esistenza, della propria libertà, della propria famiglia, dei propri amici. Eppure Riina dice di aver rispetto per i morti, però allo stesso tempo afferma: "Amo e rispetto mio padre, non sta a me giudicare." Grasso, durante l'incontro, ha definito questa intervista nient'altro che una trovata commerciale, indegna d'esser pubblicata.
Ma nella nostra vita, quando "incontriamo" la mafia? Quando votiamo il politico che ci ha pagato il caffè, quando qualcuno compie un'ingiustizia e ci facciamo una sorta di giustizia privata, quando bariamo ad un concorso pubblico. La criminalità non è solo mafia, 'ndrangheta, sacra corona unita, camorra. La criminalità nasce dal piccolo per poi diventare una rete capillarmente insediata sotto forma di Stato nello Stato.
Ridimensioniamo le nostre vite, combattiamo l'omertà, sconfiggiamo la paura, gridiamo che no, noi non lo vogliamo un mondo mafioso, vile, tremendo. Un Paese in cui se sei figlio di chi ha fatto un torto ad un boss, vieni sciolto nell'acido o ti seppelliscono vivo nel cemento. Questo è il panorama descritto ai ragazzi dalla seconda carica istituzionale, a Mola di Bari. Grazie Presidente Grasso!
Annabarbara Milano 4°D
Liceo scientifico E. Majorana Mola di Bari

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