IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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“Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie”. Così si conclude il romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo. Lo scrittore fa un’analisi pessimistica della posizione dell’uomo sulla terra, immaginando perfino l’apocalisse, la fine del mondo, quasi prefigurando l’invenzione della bomba atomica. Un uomo che crea un potente ordigno, e un uomo ancora più malato di lui, quindi ancora più cattivo, con più voglia di dominare, lo ruberà e lo posizionerà dove distruggerà egli stesso e l’intero pianeta. 
Oggi, a differenza della concezione apocalittica di Svevo, una possibile definizione del progresso potrebbe essere la seguente: “uno sviluppo del tenore di vita dell’uomo, al fine di determinare un generale miglioramento delle sue condizioni rispetto al passato”. 
La storia ci insegna che l’uomo, una volta sperimentata la soddisfazione di raggiungere un traguardo, non ha più voluto fermare la sua avanzata tecnologica. Egli, col passare del tempo, ha raggiunto e ottenuto di tutto e di più. Consideriamo che, se l'uomo non avesse utilizzato la sua intelligenza, sarebbe rimasto sempre nel suo stato primitivo. 
Non sapeva volare, e ha inventato l'aereo, non riusciva a comunicare da lunghe distanze ed ha creato il telegrafo e il telefono, non sapeva come conservare i bei ricordi e così ha creato la macchina fotografica, non sapeva vedere al buio ed ha fatto sì che anche in assenza del sole ci potesse essere luce. Tuttavia, percorrendo questa strada di sempre nuove e più sofisticate invenzioni, ha creato anche spaventosi ordigni mortali, come ad esempio la bomba atomica, che ha portato l’uomo alla sua stessa distruzione. 
D'altro canto, senza progresso, senza l’uso dell’intelligenza, senza quel “coraggio di pensare” del quale parlava il grande filosofo Kant, dicendo: “Sapere aude!”, non saremmo qui. 
Ciò che a mio parere potrebbe portare veramente alla distruzione, alla fine della nostra specie, è il progresso senza umanità, e la scienza senza etica, senza buon senso. E abbiamo sperimentato più volte a quali disastrose conseguenze porti l’assenza di questi valori. 
E' per questo che non possiamo parlare del progresso solo in modo positivo, oppure da un punto di vista esclusivamente negativo, perché questo fenomeno è come una medaglia, una moneta che ha sempre due facce: una bella e accattivante, l'altra oscura e minacciosa. 
Abbiamo compiuto passi da gigante, in tutti gli ambiti possibili. Questo è indiscutibile. E se seguissimo sempre il buon senso, se ci impegnassimo di più, se avessimo più cura e rispetto del nostro ambiente, potremmo creare un mondo migliore. 
Salome Gelashvili VCE Liceo Bianchi Dottula - Bari
 

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