IL GIORNALE ONLINE DEGLI STUDENTI DEI LICEI ECONOMICO-SOCIALI PUGLIESI

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L’odio spesso nasce senza una ragione, perché si vuole apparire o perché si segue la moda, soprattutto sui social. Molti infatti sono gli utenti che nelle piattaforme mediatiche, “scelgono” di seguire la massa, contribuendo a infangare e a riempire di messaggi d’odio persone innocenti, come nel caso di Liliana Segre.
Liliana Segre è un'attivista e politica italiana, superstite dell'Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana, la quale è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver reso illustre il paese con altissimi meriti in campo sociale. Nonostante ella rappresenti un’importante risorsa per comprendere la storia e soprattutto le dinamiche interne alla Shoah e ai campi di concentramento, Liliana Segre riceve una media di duecento insulti al giorno.
Gli utenti, “responsabili” degli insulti, accusano Liliana Segre di essere un’inutile ebrea, che non ha fatto niente per meritare la carica di senatrice a vita e incolpano Hitler di non aver svolto bene il suo compito. Fortunatamente per mettere fine all’antisemitismo e al razzismo dilaganti ancora oggi, il Senato italiano ha deciso di mobilitarsi, accettando la proposta di legge della stessa Liliana Segre. Il suo disegno di legge  è composto da tre articoli. Il primo istituisce la Commissione bicamerale di indirizzo e controllo sui «fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo», il secondo specifica i compiti della Commissione, regola la raccolta dei dati e la loro periodica pubblicazione; il terzo riguarda il funzionamento della Commissione.
Questa proposta di legge è passata con 151 voti a favore, anche se 98 sono stati gli astenuti. Il messaggio di cui si è fatta portavoce Liliana Segre ha suscitato la stima dei senatori e ha promosso la diffusione di messaggi pacifici ed educativi.
I social, infatti, sono anche utilizzati in maniera costruttiva come nel caso Mattia Falessi, in arte Marcellino Gressani, il quale servendosi di varie piattaforme mediatiche, tra cui Youtube, ha mostrato la bellezza di un piccolo paesino chiamato Lauco, che egli definisce un paradiso. Grazie alla sua azione costruttiva Mattia è stato nominato alfiere della Repubblica dal Presidente Mattarella, ma nonostante ciò non si è montato la testa e continua instancabilmente a raccontare Lauco.
Questa è la dimostrazione che i social non rappresentano un pericolo, ma al contrario una consapevolezza, poiché ognuno è libero di “scegliere” i contenuti da pubblicare e i messaggi da diffondere. Gli utenti possono quindi usare i social in modo costruttivo o distruttivo, ma devono essere consapevoli che “condividere è una responsabilità”.
Lucia De Benedetto IVBu Liceo Bianchi Dottula - Bari

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