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A presenziare l’incontro gli avvocati Domenico Di Ciaula e Marisa Savino, impegnati per il terzo anno di fila, col Bianchi Dottula, nel Progetto Scuola, un’iniziativa promossa dall’Unione delle Camere Penali italiane e il MIUR. L’obiettivo è quello di introdurre e presentare ai ragazzi le tematiche di cui si occupano all’interno degli uffici, quindi le modalità secondo cui si affronta un processo penale e come i principi costituzionali ritrovano immediato riscontro in questi.
Il processo penale è caratterizzato da tre distinti gradi: il primo concerne la fase preliminare, durante la quale il PM (Pubblico Ministero) raccoglie le prove a carico dell’imputato; successivamente si passa in Corte d’Appello e vengono vagliati attentamente tutti gli elementi che non sono stati approfonditi durante la fase preliminare. Infine vi è la Corte di Cassazione, in questa fase del processo si formula la sentenza definitiva. In casi eccezionali, la legislazione italiana ammette il processo di revisione.
Gli avvocati Di Ciaula e Savino hanno illustrato meticolosamente i temi affrontati e risposto alle numerose domande e osservazioni degli studenti. Le classi hanno anche assistito alla proiezione di un video la cui finalità è stata quella di focalizzare l’attenzione su casi irrisolti e processi penali svolti eludendo il rispetto delle regole. È stato presentato il caso Gulotta del 1976, il quale, insieme ad altri tre coetanei, è stato accusato e maltrattato ingiustamente per l’omicidio di due carabinieri nella caserma di Alcamo Marina, nei pressi di Trapani, e costretto a 22 anni di detenzione prima d’essere assolto. Le modalità con cui si sono svolti i processi non hanno rispettato, in primo luogo, i principi costituzionali, quali art. 27 “[…] Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. “ (3° comma). In merito è stato infine commentato l’art. 111 della Costituzione, che illustra il “Giusto Processo”:

"La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.
Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.
Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore; sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.
Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore.
La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per consenso dell'imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita.
Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati [cfr. artt. 13 c.2 , 14 c.2 , 15 c.2 , 21 c.3].
Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale [cfr. art. 13], pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali, è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge [cfr. art. 137 c.3]. Si può derogare a tale norma soltanto per le sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra [cfr. art. 103 c.3 , VI c.2].
Contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso in Cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione [cfr. art. 103 c.1,2]."
La conferenza si è conclusa con la visione e commento della situazione tragica in cui versano le carceri italiane.
Simona Speranza 5^AE Liceo G. Bianchi Dottula di Bari

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